Terza dose per gli over 80 parte con il freno a mano: si prenotano solo in 678

Terza dose per gli over 80 parte con il freno a mano: si prenotano solo in 678
Terza dose per gli over 80 parte con il freno a mano: si prenotano solo in 678
di Martina Marinangeli
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Martedì 5 Ottobre 2021, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:19

ANCONA - Parte con il freno a mano tirato la corsa degli over 80 alla terza dose di vaccino anti-Covid. Alle 19 di ieri – giorno in cui si sono aperte le prenotazioni – hanno risposto presente in appena 678, su una platea totale di circa 112mila persone (al netto dei soggetti vulnerabili ricadenti in questo target, che seguono un percorso diverso). Per il momento, non un’adesione di massa come quella registrata lo scorso febbraio con la prima dose, ma il trend potrebbe invertirsi nei prossimi giorni. Intanto, oggi partono le somministrazioni in tutti gli hub vaccinali distribuiti sul territorio marchigiano ed i farmaci utilizzati saranno esclusivamente quelli a mRna, ovvero Pfizer e Moderna, a prescindere dalla tipologia ricevuta in precedenza. 

 
I numeri
«La dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario viene somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria» spiega la Regione che, contestualmente, raccomanda «fortemente la somministrazione della prima dose vaccinale» per chi ancora non avesse percorso nessuno dei canali di vaccinazione messi a disposizione dal servizio sanitario regionale. Per gli ultraottantenni, si parla in realtà di una percentuale residuale (il 3% della platea complessiva), che però si traduce in circa 6mila soggetti non immunizzati in una delle fasce che più rischia di sviluppare le forme gravi della malattia.


Le tappe
Intanto, già il 28 settembre è stata avviata la somministrazione della dose booster di vaccino nelle Rsa pubbliche e private sia per gli ospiti che per il personale (una platea di circa 9mila persone), mentre per i soggetti vulnerabili – coloro che sono stati sottoposti a trapianto di organo solido o che hanno una marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici – si è partiti con le prenotazioni il 21 settembre (i soggetti seguiti dagli specialisti nelle strutture ospedaliere regionali, hanno iniziato invece qualche giorno prima, direttamente chiamati da parte dai noscomi per effettuare la somministrazione). 


Gli aggiornamenti
Per poter ricevere la terza dose, devono essere trascorsi almeno sei mesi dalla seconda e, fino al 30 settembre – a ieri, ultimo aggiornamento sul sito della Regione dedicato all’andamento della campagna vaccinale -, ne erano state somministrate 2324 in totale, di cui 854 nella provincia di Pesaro Urbino, 451 in quella di Macerata, 431 nel Fermano, 331 nell’Anconetano e 257 nella provincia di Ascoli Piceno.

Sempre a proposito del richiamo a completamento del ciclo vaccinale, l’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) ha ieri dato il via libera alla terza dose di Pfizer per gli over 18: «contribuisce all’aumento della produzione di anticorpi nelle persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni quando viene somministrato ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda dose»., si legge nella nota diffusa dall’agenzia. Resta invece oggetto di valutazione la somministrazione di una terza dose del vaccino Moderna. Secondo uno studio, però, la terza dose potrebbe non essere necessaria per tutti.


La ricerca
Per il Laboratorio di Neuroimmunologia dell’ospedale Santa Lucia Irccs di Roma, la seconda dose di vaccino anti-Covid produce non solo la risposta anticorpale, ma crea anche la memoria immunologica capace di proteggere a lungo termine la persona. Lo studio, infatti, conferma la presenza di linfociti T della memoria per almeno sei mesi dopo la prima dose del vaccino, confermando lo sviluppo di una risposta cellulare che si mantiene nel tempo. Per i soggetti sani, dunque, rilevano i ricercatori, «la terza dose di vaccino potrebbe non essere necessaria». Le valutazioni in proposito sono ancora in corso e, intanto, si procede con le inoculazioni a chi è più esposto ai maggiori rischi legati al Covid, ovvero soggetti estremamente vulnerabili e grandi anziani.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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