Vaccinazioni nelle Marche, da fare ancora 30mila richiami. Saltamartini: «Teniamo le scorte per garantirli»

Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità delle Marche, in quota Lega
Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità delle Marche, in quota Lega
di Martina Marinangeli
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Martedì 11 Maggio 2021, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 18:10

ANCONA - Proprio nel giorno in cui le Marche aprono le prenotazioni per i soggetti tra i 50 e i 59 anni con comorbidità, il generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid, manda una nota con cui chiede alle Regioni di ammettere a vaccinazione l’intera categoria, senza limiti di età. Declinato sul territorio, significherà dunque estendere la platea.

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«Nei prossimi giorni allargheremo la fetta di quelli che si possono prenotare - fa sapere l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - ma dobbiamo essere certi che nelle farmacie della regione ci siano i vaccini, così da poter garantire le prime dosi a una platea così ampia.

La situazione si sta complicando perché abbiamo quasi 30mila richiami da fare e i sieri li dobbiamo tenere per garantirli». Domani è previsto l’arrivo di 52mila dosi di Pfizer, mentre per domenica è attesa la consegna degli altri tre sieri: Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Sul quantitativo di questa fornitura, però, non ci sono dati certi perché, a differenza di Pfizer che arriva regolarmente a cadenza settimanale e con un numero di dosi preciso, negli altri tre casi è tutto molto più variabile e viene specificato che i quantitativi annunciati sono puramente indicativi e suscettibili di modifiche. 


Il programma 
Nell’attesa, l’assessore fa i calcoli con le riserve che ha a disposizione per essere certi di garantire la copertura: «il programma nazionale delle vaccinazioni procede a tambur battente, ma il numero dei vaccini che verrà consegnato nel corrente mese di maggio potrebbe non coprire tutte le fasce delle categorie che possono prenotarsi – precisa –. È per questa ragione che la prenotazione delle persone con età compresa tra i 50 e i 59 anni (senza patologie) potrà essere possibile sul sito delle Poste fra qualche giorno. Indicativamente tra giovedì 13 e venerdì 14». I marchigiani che rientrano nella fascia di popolazione 50-59 sono circa 300mila, «ma oltre il 25% è già stato vaccinato all’interno di altri target, come a esempio personale scolastico e forze dell’ordine - prosegue Saltamartini. - In ogni caso, parliamo di oltre 220mila soggetti: alcuni potranno partire già a maggio, ma il grosso lo faremo a giugno». Per oggi è stato calendarizzato un confronto con il commissario Figliuolo, chiesto da tutte le Regioni per fare un punto sulla campagna vaccinale, ma «il tema è sempre lo stesso: mancano i sieri», osserva Saltamartini. 


Il link
Intanto, si diceva, da ieri alle 12 i soggetti appartenenti alla fascia 50-59 anni con specifiche patologie senza elevato grado di rischio (comorbidità), non seguiti dalle strutture sanitarie, hanno potuto iscriversi alle liste di adesione per la vaccinazione tramite il link presente sul sito della Regione. Rientrano in questa categoria le persone con malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, diabete/altre endocrinopatie, HIV, insufficienza renale/patologia renale, ipertensione arteriosa, malattie autoimmuni, immunodeficienze primitive, malattia epatica, malattie cerebrovascolari, patologia oncologica. Alcune persone hanno segnalato qualche disguido in fase di prenotazione, come “pagina web non disponibile” comparso mentre si cercava di accedere, o il mancato riconoscimento del Comune di residenza. Al netto di questo, il link è operativo e a registrarsi nella giornata di ieri sono state 8mila persone. Per quanto riguarda i soggetti con comorbidità seguiti dagli specialisti nelle strutture ospedaliere, non sarà invece necessario prenotare, ma saranno direttamente chiamati dagli ospedali per effettuare la vaccinazione.

 
La rabbia 
Una chiosa sull’argomento, l’assessore la fa sull’impostazione della macchina organizzativa: «Se apriamo la registrazione ora per l’intera platea dei soggetti con comorbidità senza tener conto delle fasce d’età, e poi la vaccinazione la facciamo tra 40 giorni, diventa difficile da gestire perché le persone si arrabbiano, come successo con i caregiver».

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