Matteo Ricci: come sindaco di Pesaro, seconda città delle Marche, cosa pensa delle fusioni tra Comuni?
«Ne penso solo cose positive. Le fusioni in generale rappresentano occasioni importanti per i territori. Qualche anno fa l’amministrazione di Pesaro ha incorporato il Comune di Monteciccardo: si è trattato di un’operazione d’aggregazione strategica che ha permesso alla nostra città di aiutare un municipio che aveva problemi di bilancio, ma allo stesso tempo ci ha reso più competitivi, ci ha rafforzato grazie alle risorse arrivate dallo Stato per la fusione, e ha dato ancora più vigore al progetto territoriale avviato con l’Unione dei Comuni».
Di fatto Pesaro fa parte dell’Unione Pian del Bruscolo.
«Sì, dal 2003 con i Comuni di Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Tavullia e Vallefoglia. Comune che nel 2014 ha fuso insieme i municipi di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola. L’unione oggi aggrega oltre 130 mila abitanti, riguarda 16.700 imprese e opera su una superficie di quasi 259 km quadrati».
Questa intesa potrebbe gettare le basi ad una futura fusione?
«Non è da escludere. Se saremo bravi e lavoriamo bene, magari nei prossimi anni dall’Unione dei Comuni di Pian del Bruscolo si potrà passare ad un unico Comune. Condividiamo già tanti servizi importanti. Attualmente gestiamo in forma associata, tra le altre cose, i servizi educativi dedicati alla prima infanzia, l’Informagiovani, la Polizia locale ed amministrativa, le attività economiche e il coordinamento della Protezione civile».
Ci sono Comuni in particolare con cui vorrebbe esplorare questo tipo di percorso?
«Penso a Vallefoglia e a Montelabbate in particolar modo. Uno dei punti programmatici del mandato è stato “L’Unione per contare di più”, perché sono convinto che le realtà che condividono la gestione dei servizi, possano coesistere in un unico Comune, senza per quello perdere le proprie identità, perché così pesano di più.
Una fusione tra Pesaro e Fano è fattibile?
«Non è fattibile».
Però, come peso specifico, diventerebbe il Comune più grande delle Marche. E potrebbe contendere lo status di capoluogo della regione ad Ancona.
«Il capoluogo di regione è Ancona. Oggi e domani».
Pesaro come Capitale Italiana della Cultura 2024 ha dimostrato che ha la capacità di essere un motore per tutto il territorio provinciale pesarese.
«Questo perché fin dal primo momento della nostra candidatura abbiamo deciso di vivere la Capitale Italiana della Cultura come una città orchestra. Il nostro progetto è un viaggio che abbiamo voluto condividere con tutto il territorio, dove i 50 Comuni della Provincia, a turno, saranno protagonisti del nostro programma ed ognuno con le proprie peculiarità».
Un evento che potrebbe nel futuro gettare le basi per Pesaro Città metropolitana?
«Sono convinto che, se giocata al meglio, Pesaro Capitale della Cultura può essere il motore per una grande opportunità di sviluppo. Le grandi città, quelle metropolitane, sono in overbooking turistico. Il nostro obiettivo è quello di costruire una rete di città medie della cultura, che va a rafforzare il sistema Paese nella competitività turistica che ci aspetta nei prossimi anni».
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