La carica dei 62 teatri storici, sul palco il sogno Unesco. Sottoscritto il protocollo d’intesa tra Regione e Comuni per entrare nel patrimonio

I sindaci e gli amministratori regionali sul palco del teatro di Fermo
I sindaci e gli amministratori regionali sul palco del teatro di Fermo
di Chiara Morini
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Venerdì 29 Aprile 2022, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 09:26

FERMO - I teatri storici marchigiani aspirano a entrare nel patrimonio Unesco: firmato ieri al teatro dell’Aquila di Fermo il protocollo di intesa tra Regione e Comuni.

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«Siamo a Fermo per questa firma – ha detto ieri mattina l’assessore regionale Giorgia Latini – in uno dei teatri più belli. Ci saranno altri incontri durante il percorso, è solo una prima tappa». Momento importante che segue quello dell’ingresso nella “tentative list”, la lista propositiva, dei beni patrimonio Unesco.

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«È importante già questo – ha detto in collegamento la sottosegretaria di stato per la Cultura, Lucia Borgonzoni – il numero così elevato di teatri rispetto alla popolazione racconta molto della cultura e della storia marchigiane».

Scrigni piccoli, medi e grandi, gioielli e testimonianze dei territori e del legame con le comunità, da ieri una grande squadra. «Il primo risultato dopo la tentative list – ha detto il presidente Francesco Acquaroli – è avere qui tanti sindaci. Noi promuoviamo le Marche, regione straordinaria se unita, lavoriamo insieme nel nome della bellezza. Questo progetto si lega con la valorizzazione dei borghi e con Marche Storie».

Territorio omogeneo, valli a pettine, tradizione dei borghi, colline fino al mare, da Urbino ad Ascoli arrivando lungo tutta la costa. E i teatri, che sono l’eredità che i comuni hanno ricevuto dagli antenati. 


L’identità
«Valorizziamo la nostra identità – ha detto Latini – Sono 62 teatri in rete, gran lavoro di squadra. Con riconoscimento le Marche sarebbero un unicum a livello internazionale. I teatri devono tornare a vivere». Sono mancati molto durante la pandemia, e il riconoscimento, ha detto il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, «accresce il valore dei nostri teatri. Quando i sipari erano calati e le porte chiuse, abbiamo capito come mancavano non solo gli spettacoli, ma una fonte di economia. Per chi ci lavora, e per chi lavora fuori: penso, qui a Fermo, a tutti i bar e i locali pieni, quando ci sono le serate. L’aspetto economico è importante». C’è anche un video, di circa 7 minuti, con scorci e immagini dei 62 teatri nei loro 60 comuni. «Nel video mi aspetto che ci siano anche persone, tra il pubblico e sul palco – ha detto Maurizio Di Stefano, presidente Icomos Italia –. L’Unesco vuole la vita al centro di tutto. La riunione di oggi è emblematica, la vostra è una candidatura che ne vale 62». In 12/24 mesi si dovranno stilare il dossier scientifico e il piano di gestione, quindi la valutazione del ministero della Cultura, e la presentazione, da parte di quello degli Esteri, a Parigi, all’Unesco.

«È una partita di comunità – ha commentato Ivan Antognozzi, direttore Fondazione Marche Cultura –, c’è molta innovazione: una Regione che si candida, dobbiamo fare una filiera, qualcosa di mai visto. Sarebbe spettacolare esserci». La strategia è quella della valorizzazione, e la candidatura Unesco, ha concluso la Latini, «si inserisce nei piani di recupero, restauro, riallestimento, e sostegno di nuove forme di gestione». 

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