Per Umani Ronchi la corsa continua, c’è la certificazione Equalitas Corporate

Per Umani Ronchi la corsa continua, c’è la certificazione Equalitas Corporate
di Andrea Fraboni
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Giovedì 14 Aprile 2022, 09:00

ANCONA - Rispetto dell’ambiente e massima attenzione ai valori sociali ed etici. Sono tra i punti cardine della filosofia di Umani Ronchi, che si è presentata al Vinitaly con un nuovo importante riconoscimento: la certificazione Equalitas Corporate, incentrata sulla sostenibilità del vino. Si rafforza dunque l’anima green della cantina marchigiana, che da tempo ha scelto di abbracciare una visione responsabile e sostenibile, impegnandosi negli ultimi 20 anni a investire su iniziative orientate a minimizzare gli impatti ambientali, massimizzando al contempo i benefici per dipendenti, comunità e territorio.

Per l’azienda di proprietà della famiglia Bianchi Bernetti una tappa fondamentale a conclusione di un percorso virtuoso di sviluppo sostenibile. La certificazione Equalitas, la più accreditata per il settore enologico e riconosciuta a livello internazionale, premia infatti il raggiungimento dei tre pilastri della sostenibilità: ambientale, economica e sociale. «Siamo particolarmente orgogliosi del traguardo raggiunto - afferma Michele Bernetti, titolare di Umani Ronchi e nuovo presidente dell’Istituto marchigiano tutela vini - frutto di un lungo lavoro fondato sulla convinzione che sempre di più bisogna porre attenzione al valore etico dell’impresa. Gli standard di Equalitas corrispondono a una sensibilità che da sempre è la nostra: profondo rispetto del territorio da cui attingiamo, della comunità in cui operiamo e del lavoro dei nostri collaboratori. Abbiamo iniziato il cammino verso la sostenibilità sull’onda delle esigenze del mercato svedese, ma anche spinti da uno spirito che è nel nostro Dna». A Verona da segnalare il grand tasting di Opera Wine organizzato dall’influente rivista americana Wine Spectator, che per l’occasione ha selezionato le 130 migliori etichette italiane. Umani Ronchi ha partecipato con il Campo San Giorgio 2012, tra le sue punte di diamante. 
«È stato un Vinitaly entusiasmante ha concluso Bernetti - la prima vera occasione dopo tanto tempo di rincontrare fisicamente persone che non vedevamo da tre anni. Abbiamo avuto contatti con molti buyer internazionali: siamo rivolti principalmente all’estero con circa il 65% delle nostre produzioni destinate all’export. Per noi è stata un’edizione molto positiva». 

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