Hotel, vaccini e scuola: le Marche accolgono i profughi dall'Ucraina. Visto, tampone Covid e vaccini: ecco l'iter

Profughi, il piano per l'accoglienza nelle Marche
Profughi, il piano per l'accoglienza nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Martedì 8 Marzo 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:14

ANCONA - I dati ufficializzati dalle questure ed aggiornati a domenica sera, parlano di 68 profughi ucraini giunti finora nella provincia di Ancona e di 20 in quella di Pesaro Urbino, ma il numero di coloro che sono riusciti a raggiungere amici o parenti nelle Marche, scappando dalla guerra, sarebbe molto superiore. Da una prima stima, la forbice oscillerebbe tra le 300 e le 400 persone, arrivate alla spicciolata avendo già qualcuno ad accoglierle. Numero destinato ad aumentare, dal momento che «ci aspettiamo un arrivo “istituzionalizzato”, ovvero una quota di redistribuzione a livello europeo, declinata sulle varie regioni – fa sapere l’assessore alla Protezione civile Sefano Aguzzi –, ed a questo ci stiamo preparando». 

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L’organizzazione
Il governatore Francesco Acquaroli (i presidenti di Regione sono stati designati come commissari per la gestione della crisi ucraina nei rispettivi territori), su indicazione di Aguzzi, ha firmato ieri il decreto che nomina come responsabile per coordinare il gruppo di lavoro – composto dai dipartimenti interessati di Palazzo Raffaello, Anci e Prefetture – il dirigente della protezione civile delle Marche Stefano Stefoni, cui ora spetta il compito di predisporre una delibera, da portare in giunta domani, per definire le linee d’azione. «Intanto – prosegue il titolare della delega –, la Regione si è attivata per portare aiuti ed organizzare l’accoglienza di eventuali profughi: un primo camion di medicinali ed apparecchiature sanitarie è partito venerdì ed un altro diretto al confine polacco partirà nei prossimi giorni.

Fino alla fine di marzo, è attivo il Covid hotel di Porto Sant’Elpidio. Poi, al cessare dello stato di emergenza pandemica, i profughi che dovessero risultare positivi al loro arrivo o che necessitassero di una quarantena, verranno ospitati in un’altra struttura alberghiera. Abbiamo già contattato a tal proposito l’associazione albergatori. Man mano che ci fossero arrivi chiederemo, con un preavviso di 48 ore, una serie di stanze da mettere a disposizione». L’assessore ricorda poi che «anche gli arrivi di una singola persona in casa privata devono essere comunicati dalla famiglia ospitante alla questura per il visto di soggiorno ed all’Asur per il controllo sanitario».


Il percorso
Ma come funziona l’iter? I profughi devono recarsi in questura per ottenere un permesso per i primi 90 giorni e, con esso, l’attestazione Stp (stranieri temporaneamente presenti) che garantisce loro l’assistenza sanitaria. L’Asur è incaricata di fare i tamponi entro 48 ore dall’arrivo e di proporre la vaccinazione anti Covid per chi non avesse ricevuto la profilassi. Sempre per contenere la diffusione del contagio, viene indicata la necessità di utilizzare mascherine ffp2. Linee guida contenute in una circolare del ministero della Salute inviata alle Regioni nei giorni scorsi. «La copertura vaccinale per Covid-19 in Ucraina – spiega la circolare – si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa». Di qui la necessità di tenere alta la guardia: «Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso, andranno gestiti secondo la normativa vigente, adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee». 


Le criticità
Ma «notevoli criticità» vengono riscontrate dal ministero anche nelle basse coperture sulle vaccinazioni di routine, riguardo alle quali la circolare segnala «il recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso in Ucraina». Per questo, verranno eseguiti controlli sia sui bambini – per i quali viene data la possibilità di avere un pediatra di libera scelta di riferimento – che sugli adulti. La raccomandazione del ministero è di offrire la vaccinazione contro difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza). Da valutare quelle contro varicella ed epatite B in caso di screening negativo. 


Il dramma nel dramma
Ma quello sanitario non è l’unico aspetto da tenere in attenta considerazione. Infatti, «dai primi dati disponibili emerge, fra gli esuli ucraini in ingresso nel nostro Paese, un’altissima percentuale di minori, in parte accompagnati dai propri familiari e, in molti casi, tragicamente soli o temporaneamente affidati ad amici di famiglia», fa sapere il ministero dell’Istruzione in una seconda circolare inviata agli Uffici scolastici regionali. Ci si dovrà dunque attivare per «realizzare l’integrazione scolastica degli studenti in fuga dalla guerra, assicurando l’inserimento il più possibile vicino ai luoghi presso cui trovano asilo». Viene inoltre messo a disposizione un supporto sia psicologico che linguistico.


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