ANCONA - Revenge tourism: è l’obiettivo che, a partire da questa settimana, quella tradizionalmente dedicata alle prime gite fuori porta a caccia della destinazione estiva, gli operatori turistici della Regione Marche si pongono di intercettare: si tratta, in sintesi, di andare a offrire, agli italiani in maniera speciale, una vacanza da sogno, quella che hanno tanto desiderato in questi due anni di lockdown.
Ribaltare, cioè i termini: offrire quanto il turista cerca e non aspettare di essere scelti. È questa una delle linee guida, proposte dalla Confesercenti, emersa nel corso dell’incontro che, ieri pomeriggio è stato convocato con gli operatori del settore, Confcommercio, Cna, Capitaneria di porto, tra gli altri dal presidente Francesco Acquaroli di ritorno dalla Bit nel corso del quale sono stati tanti i temi affrontati.
La svolta
A cominciare dalle date di inizio stagione che, seguito della valutazione delle acque, inizierà il 30 aprile e terminerà il 2 ottobre. Uno dei temi al centro della convocazione, oltre alle date di apertura, erano le regole post pandemia: è caduto l’obbligo del distanziamento tra gli ombrelloni e ovviamente anche dalla mascherina all’aperto ma gli operatori hanno chiesto maggiori spazi per accogliere i propri clienti perché ancora la paura del contagio è forte. Dagli interventi è poi emerso che anche quest’anno si tratterà di un turismo di prossimità quello che arriverà sulle spiagge marchigiane: costituito soprattutto da Italiani che non si vogliono spostare.
L’ottimismo
«La stagione riprende con cauto ottimismo.
Il campanilismo
D’altra parte resta il problema del campanilismo piuttosto sentito ma direttamente collegato proprio alla possibilità di accogliere coloro che, magari indirizzato alle città d’arte, potrebbe dormire sulla costa creando quel circolo virtuoso del quale si parla da decenni ma anche la crisi pandemica e ora quella bellica potrebbero far superare in un’ottica di gioco di squadra. Gli operatori non hanno solo avanzato proposte ma anche evidenziato problemi.
Le criticità
Tra questi, su tutti, la questione Bolkestein, onnipresente negli incubi dei titolari degli stabilimenti balneari. Ma anche l’emergenza economica che si affianca a quella sanitaria, peraltro non ancora finita. Bollette alle stelle, prezzi dei carburanti che aumentano, sono soltanto alcuni dei problemi che la categoria degli operatori turistici sente molto da vicino.
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