Turismo, nelle Marche riaprono 15 centri Iat ma il personale (23 unità) non è sufficiente. Progetti speciali per gli eventi

La spiaggia dei Sassi Neri a Sirolo nella riviera del Conero
La spiaggia dei Sassi Neri a Sirolo nella riviera del Conero
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 30 Maggio 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 01:48

ANCONA - Il 2019 doveva essere l’anno del potenziamento degli uffici di informazione e assistenza turistica, tanto che la giunta regionale aveva deliberato un apposito avviso di selezione pubblica per titoli e prova orale per l’assunzione di nuovi assistenti per la comunicazione e l’informazione a tempo determinato. Poi l’anno scorso è arrivata la pandemia, seguita dal lockdown e tutto si è fermato.

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Compresa la riforma già programmata dei centri Iat, che si sono rimessi in modo a metà giugno con personale scaglionato e difficoltà evidenti nella organizzazione delle strutture a causa dell’emergenza Covid. 


Il piano 
In questa seconda estate di resistenza ma con la campagna vaccinale che sta prendendo il largo, la giunta regionale ha rimesso mano al progetto di rilancio dei 15 centri e dei 2 sportelli decentrati.

A partire dal personale per la gestione del servizio, dal momento che con l’attuale organico - 23 unità di cui 3 part time e una in aspettativa - «non è possibile assicurare l’apertura degli uffici».

Non solo. L’importo di 150mila euro stanziato dalla Finanziaria 2021 non permette l’assunzione di personale a tempo determinato con la graduatoria predisposta dalla selezione pubblica del 2019 - in quanto risorse vincolate solo per accordi con i Comuni - e dunque la Regione ha dovuto aggirare l’ostacolo. 


L’organizzazione
Come? Con l’avvio di collaborazioni e di progetti che assicurino la gestione del servizio. Quattro i punti cardine individuati: nella gestione diretta dei centri Iat regionali (Pesaro, Porto San Giorgio, San Benedetti e Cingoli) viene utilizzato personale regionale a tempo indeterminato. Negli uffici di Senigallia, Fano, Sarnano e Civitanova la gestione è in collaborazione con i Comuni che assicurano la sede o l’integrazione del personale a fronte di un contributo di 9mila euro ad ente «per lo svolgimento di specifiche attività di comune interesse».

Per altri sette centri Iat (Urbino, Gabicce, Ancona, Fabriano, Ascoli. Macerata e Fermo) la gestione è su progetto e in carico ai Comuni, in questo caso disponibili ad attivare «autonomamente forme di gestione degli uffici» con un contributo ad ente di 15mila euro, per un totale di 105mila euro. 


Le finalità
Infine ci sono i progetti speciali di gestione integrata con i Comuni per gli uffici Iat sedi di particolari eventi circoscritti in un arco temporale ben definito o dove l’apertura è esclusivamente limitata al periodo estivo, come per gli sportelli di Grottammare e di Loreto, per i quali è previsto un contributo rispettivamente di 6.100 euro e di 3mila euro. Nel piano triennale del turismo la giunta regionale ha evidenziato l’urgenza di rivedere il concetto stesso di ufficio Iat ridefinendone tipologie, ruoli, funzioni, modalità gestionali e standard minimi di qualità.

«In quest’ottica si dovrà ridefinire l’architettura del sistema dell’accoglienza e dell’informazione turistica - si legge nella delibera approvata nei giorni scorsi - in termini complessivi e di riorganizzazione dei servizi sul territorio, improntata ad un modello di gestione integrata degli uffici cui si ritiene possibile giungere progettando operativamente un riassetto per step».

Insomma un rilancio strutturato e ben delineato visto nel periodo pandemico gli uffici hanno assicurato servizi minimi di front-office e servizi informativi a distanza tramite telefonate e mail. «In particolare è stata continuamente presidiata la funzione di supporto agli operatori turistici e alle strutture ricettive per gli adempimenti connessi alla anagrafe delle strutture e al rilevamento dei flussi turistici».

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