Allarme della Confesercenti
Chiuse 7.457 imprese turistiche

Allarme della Confesercenti Chiuse 7.457 imprese turistiche
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 19:02
ANCONA - Negli ultimi mesi nel settore del turismo in Italia hanno cessato l'attività ben 7.457 aziende.

E il turismo, per il marchigiano Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo di Confesercenti è «come un ammalato grave che soffre di broncopolmonite che si vuole continuare a curare con una aspirina». La Confesercenti oggi da Napoli - in concomitanza della riunione degli assessori regionali al turismo di Italia - non ha lanciato non solo un grido d'allarme ma ha avanzato un pacchetto di proposte per ridare immediatamente fiato al settore. Il settore turistico ha fatto registrare un'espansione tranne che in Italia (che è ancora la quinta nazionale al mondo per numero di visitatori) dove, a leggere i dati diffusi da Assoturismo si registra una flessione del 4,5 per cento. Per Confesercenti, come ha evidenziato Albonetti, serve un piano straordinario dei trasporti e un allungamento della stagione turistica da discutere e concordare con più ministri. E ancora: salvaguardare il turismo balneare, puntare alla formazione professionale obbligatoria nonchè puntare all'abusivismo e alla concorrenza fiscale. Ma sulle imprese turistiche pesa come un macigno, ha detto invece il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo, il peso di una imposizione fiscale, «molto più alta degli imprenditori turistici degli altri paesi Europei che riescono a destinare parte degli utili per gli investimenti». Gli operatori italiani, comunque, sono pronti a scommettere consapevoli che si può vincere la sfida puntando su servizi di qualità: «Non sono le dimensioni - ha detto Albonetti - a fare la differenza. Anche una piccola struttura può vincere». A parere però di Massimo Biagioni, responsabile nazionale di settore della Confesercenti è «necessario mettere mano alle norme, disboscare, semplificare. Una operazione che non ha costi». «Occorre che l'attuale immobilismo e disinteresse sul tema delle politiche turistiche verso le piccole e medie imprese del settore - hanno detto ancora alla Confesercenti - giunga finalmente a termine, che il turismo venga messa in cima all'agenda della politica economica italiana». Una maggiore fragilità, è stato evidenziato ancora, è stata registrata in media per le imprese «con a capo una donna, un giovane o uno straniero; situazione che cambia entrando nel dettaglio dei comparti».



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