Operata tre volte di tumore, il calvario di una 78enne di Ancona. «Per una tac di controllo costretta ad andare ad Amandola». Colpa delle liste d'attesa

Operata tre volte di tumore, il calvario di una 78enne di Ancona. «Per una tac di controllo costretta ad andare ad Amandola». Foto generica
Operata tre volte di tumore, il calvario di una 78enne di Ancona. «Per una tac di controllo costretta ad andare ad Amandola». Foto generica
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 19 Marzo 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 19:35
ANCONA Tre anni, tre mesi e tre interventi oncologici: due al seno e uno al colon. Il suo calvario Sandra, una vedova dorica di 78 anni, senza il sollievo di avere dei figli, l’ha vissuto tutto a Torrette. Un percorso a ostacoli al quale ne è seguito un altro, altrettanto impervio: quindici esami di controllo, due eseguiti ad Ancona, nei laboratori dell’ospedale regionale, gli altri in giro per le Marche. Amandola e San Benedetto sono state le coordinate geografiche più distanti, l’ipotesi di Urbino è stata evitata in extremis. Elementi di disturbo, che sono la diretta conseguenza delle liste d’attesa.  


Le date


Non dimentica un solo istante, Sandra. Impossibile farlo. «Era il 9 dicembre del 2019 quando mi tolsero la mammella destra». Allora non passò per i percorsi di radio e chemioterapia. Esattamente tre anni dopo, il 9 dicembre del 2022, come fosse una provocazione del destino, la storia si è ripetuta: «Tornai in sala chirurgica, sempre a Torrette, per eliminare un linfonodo, là dov’era il seno che mi avevano asportato. Mi dissero che non c’era correlazione con l’intervento precedente». La vita, quando decide di non sorridere, ci riesce alla grande. Una sensazione aspra che lei ha sentito forte sulla pelle viva: nel mezzo di quel percorso ardito ci si è messo anche un cancro al colon. «Subii un’altra operazione, il 15 ottobre del 2021». Lo scenario era sempre quello di via Conca. Dopo tre anni di diagnosi che non davano pace, a Sandra non restava che la volontà per continuare a lottare.


Gli appuntamenti


Una determinazione che s’è scontrata con un muro alto e spesso: le liste d’attesa. «Il problema è sorto con la necessità di rispettare le scadenze delle verifiche oncologiche».

Una ogni sei mesi, per seno e colon, sotto la supervisione di un unico specialista, per ottimizzare il percorso di ripresa. «Lo scorso dicembre mi presentai al viale della Vittoria, al Cup, il Centro unico di prenotazione, per fissare una ecografia mammaria che avrei dovuto portare alla visita di controllo». Niente da fare, la prima finestra aperta era a marzo 2024. «Ho fermato quella data, ma il giorno seguente sono andata a farlo a Torrette, pagando 70 euro. In quel caso il posto c’era». 


La raccomandazione


La sequenza è inesorabile. «L’ultimo appuntamento - riordina i pensieri - mi è stato dato su Urbino, mi sono rifiutata. Per una serie di circostanze favorevoli sono riuscita a essere inserita, lo scorso 13 marzo, a Villa Igea». No, non dimentica un solo istante di quei 15 controlli: «Due soli a Torrette, una scintigrafia e una colonscopia, una Tac ad Amandola. Poi due passaggi obbligati a San Benedetto, tre a Fermo e uno a Fano. Quando è andata di lusso mi sono toccate Osimo, Loreto e Jesi». Viaggi che mettono a dura prova la sua condizione di paziente sola e non più giovane. «Ho 78 anni – riannoda una trama che non può prescindere dalla sfumatura anagrafica – e non ho figli ai quali chiedere di potermi accompagnare». Non si appella alla mancata qualità delle prestazioni, tutt’altro. «Certo, i macchinari di Torrette sono all’avanguardia, ma in questo mio peregrinare ho incontrato tanta professionalità e moltissima gentilezza». Il calvario di Sandra prosegue, prossima-fermata-prevenzione a luglio. Liste d’attesa permettendo. 
 

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