L’Alta velocità per le Marche vale 3,3 miliardi in più di Pil: «Investimento totale di 44 mld. Opera da realizzare in 13 anni»

L’Alta velocità per le Marche vale 3,3 miliardi in più di Pil: «Investimento totale di 44 mln. Opera da realizzare in 13 anni»
L’Alta velocità per le Marche vale 3,3 miliardi in più di Pil: «Investimento totale di 44 mln. Opera da realizzare in 13 anni»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 18:15

ANCONA La matematica non è un’opinione. Dunque partiamo dai freddi numeri: l’Alta velocità in arretramento lungo l’Adriatica genererebbe un impatto sul Pil marchigiano da 3,3 miliardi di euro e la creazione di oltre 4mila posti di lavoro. E questo solo per il nostro territorio. Allargando lo zoom al sistema Paese, l’opera da 44 miliardi di euro totali - e un arco di tempo di 13 anni per realizzarla - che tocca cinque regioni (oltre alle Marche, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia), si tradurrebbe in 95 miliardi di Pil generato e 144mila nuovi posti di lavoro stabili a tempo pieno. 


Lo sviluppo

A dare concretezza ad un progetto tanto fondamentale quanto finora teorico è uno studio commissionato da Confindustria Ancona e realizzato dal Centro Studi Confindustria - con il supporto di Open Economics e della Politecnica delle Marche - presentato ieri alla Loggia dei Mercanti di Ancona. «È un’opera per l’intero sistema viario europeo - ha sottolineato il presidente degli industriali dorici Pierluigi Bocchini durante l’intervista con il direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi -. Le possibilità di realizzarla sono concrete. Abbiamo dimostrato che non solo è fattibile, ma anche non più rinviabile».

Già, perché le Marche, insieme all’Abruzzo e al Molise, sono le uniche tre regioni italiane a non essere toccate dall’Alta velocità né da progetti per la sua realizzazione. E questo isolamento, si evince dallo studio, lo paghiamo in termini di Pil e di sviluppo. Per le Marche, lungo le quali corre il 25% della tratta, si parla di un investimento da 11,1 miliardi di euro e di entrate fiscali da 2,9 miliardi. «Per l’economia è un volano fondamentale - prosegue Bocchini -.

Inoltre, il corridoio Ten-T prevede il passaggio lungo la linea Adriatica di ben 180-190 treni merci al giorno a poche decine di metri dal bagnasciuga. Quindi è una cosa che dobbiamo fare il prima possibile. Dico: intanto cominciamo».

Il tempo stimato per la realizzazione, sii diceva, è di 13 anni, di cui tre solo per la progettazione e 10 per completare il cantiere. E, secondo lo studio di Confindustria, la regione che beneficerebbe di più di quest’opera in termini di Pil sarebbe, a sorpresa, la Lombardia (circa 29,8 miliardi), seguita da Lazio (19 miliardi), Campania (14,6 miliardi) ed Emilia Romagna (13,2 miliardi). «A dimostrazione di come l’Alta velocità lungo la dorsale Adriatica sia fondamentale per l’intero Paese - ribadisce più volte il concetto Bocchini -. Altrimenti l’Italia continuerà a restare divisa in due: la parte che riesce a raggiungere Milano in un’ora e quella che invece resta tagliata fuori».

Gli ospiti

Assente per impegni last minute, il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali ha però voluto sottolineare con un video messaggio quanto «quest’opera abbia un valore strategico evidente». Tra gli interventi, quello del padre dell’ultima grande opera realizzata nelle Marche - la Quadrilatero - Mario Baldassarri, oggi presidente dell’Istao, nella tavola rotonda con il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli ed Enrico Giacomelli (Namirial): «Quando dissi che per la Quadrilatero ci volevano 2,1 miliardi, mi presero per matto. Ma alla fine l’abbiamo portata a casa. Con l’Alta velocità è la stessa cosa: 44 miliardi sembrano una cifra enorme, ma si tratta di 4 miliardi l’anno, lo 0,3% del totale della spesa pubblica italiana». La matematica non è un’opinione. 

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