ANCONA Il commissario straordinario Giovanni Legnini, ha consegnato in Parlamento il pacchetto di proposte per l’utilizzo delle risorse del Recovery fund e dei fondi della programmazione europea per rafforzare la ricostruzione del Centro Italia colpito dai terremoti del 2009 e del 2016.
«In tutto - spiega la struttura commissariale - il pacchetto vale 4,7 miliardi di euro. Di questi, 1,78 miliardi sono previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla base dei progetti del Recovery Fund, e sono finalizzati specificamente alla rigenerazione delle aree del sisma».Il documento messo a punto dal commissario Legnini con il Dipartimento Casa Italia sottolinea che «le nuove risorse, tra Recovery e fondi Ue, devono essere necessariamente considerate aggiuntive e complementari rispetto a quelle già disponibili per il Centro Italia per la ricostruzione pubblica, pari a 2,2 miliardi di euro già impegnati e 1,7 miliardi di euro appena stanziati dalla Legge di Bilancio 2021 e per quella privata, che ammontano al momento a 6 miliardi di euro».
Le linee di intervento
Il programma specifico per la ricostruzione del Centro Italia prevede due linee di intervento. La prima, con una dotazione finanziaria stimata in 1 miliardo di euro, finalizzata alla ricostruzione di borghi e città sicuri, sostenibili e connessi: si prevedono, in questo ambito, interventi per la mobilità sostenibile ed efficienze, il recupero e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, la promozione di servizi digitali, lo sviluppo del fotovoltaico e di sistemi centralizzati di produzione di energia, delle comunità energetiche rinnovabili, un’illuminazione urbana ecocompatibile.
Superbonus cratere
Oltre a questi fondi, ci sono 2,95 miliardi di euro della programmazione comunitaria, che devono ancora essere finalizzati ma che sono essenziali per integrare la ricostruzione e i progetti di sviluppo. Su questi fondi, innanzitutto, si fa affidamento per finanziare il superbonus cratere, con l’estensione delle detrazioni al 2026 ed il loro ampliamento anche alla ricostruzione e riparazione degli edifici produttivi, oggi esclusi, e soprattutto con la reintroduzione dell’obbligo di miglioramento sismico degli edifici, non previsto dall’attuale Superbonus sisma. Altre linee di intervento riguardano lo sviluppo della rete di comunicazioni a banda larga, l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, la realizzazione di nuove scuole, la sicurezza sismica dei luoghi di culto, il rafforzamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie, misure per l’impresa verde, l’economia circolare, il turismo e la cultura.
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