Terremoto Marche, ombre sulle Sae: chiesto il processo per 19 persone e 15 aziende

Terremoto Marche, ombre sulle Sae: chiesto il processo per 19 persone e 15 aziende
Terremoto Marche, ombre sulle Sae: ​chiesto il processo per 19 persone e 15 aziende
di Federica Serfilippi
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Venerdì 23 Settembre 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 09:59

ANCONA Chiesto il processo per tutti gli imputati. L’ennesima tranche dell’udienza preliminare nata dall’inchiesta su presunte irregolarità nella catena dei sub appalti legati alla costruzione delle Sae nell’area del cratere sismico si è caratterizzata ieri per la richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dal pm Irene Bilotta, titolare delle indagini, nate nel 2018. A tremare sono in 34: 19 persone fisiche e 15 ditte, affidatarie dei lavori. Questi riguardavano soprattutto la fornitura e la posa in opera degli infissi interni, l’installazione di portoncini blindati e accessori annessi, lavori relativi agli impianti tecnologici, la posa di pavimentazioni, pitturazioni esterne, impermeabilizzazioni del basamento del modulo abitativo.  


Il rinvio


Il gup Francesca De Palma non ha ancora deciso se mandare tutti a dibattimento. L’udienza è stata rinviata al 20 ottobre. Non tutte le difese, infatti, hanno fatto in tempo a dire la loro.

Nessuno degli indagati ha chiesto di poter procedere con riti alternativi. A vario titolo, sono queste le accuse: abuso d’ufficio, falso ideologico, truffa e frode nelle pubbliche forniture. Tra le parti offese, l’Erap e la Regione Marche, enti che non si sono ancora costituiti parte civile. Tra gli indagati spiccano l’allora responsabile della Protezione civile David Piccinini, all’epoca dei fatti attuatore del piano per la costruzione delle casette; Lucia Taffetani, funzionario Erap e direttore d’esecuzione nell’ambito dell’accordo quadro per la fornitura delle strutture; l’allora funzionario regionale Stefano Stefoni in quanto responsabile unico del procedimento, e Giorgio Gervasi, presidente del Consorzio Stabile Arcale, la rete di imprese scelta per fornire le soluzioni abitative d’emergenza. Il Consorzio stesso risulta essere indagato. Completano il quadro i legali rappresentanti delle ditte coinvolte.

Tre aziende a rischio

A rischio anche tre aziende marchigiane, tutte con sede legale nel Pesarese. La procura contesta, in alcuni casi, ritardi nei lavori con varianti non giustificate, l’affidamento di lavori a ditte che non avevano i requisiti di qualificazione tecnica richiesti. Ma non solo. Il pm Bilotta contesta anche l’aver consegnato i cantieri a imprese prive della certificazione antimafia o non iscritte alle white list della Prefettura o all’anagrafe antimafia relativo agli esecutori del sisma del 2016.

 

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