Terremotato rinuncia alla Sae e consegna la chiave al sindaco: «Anni di ritardo per i lavori e adesso la nostra casa è pronta»

Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi con Federico Pieroni
Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi con Federico Pieroni
di Lolita Falconi e Carla Passacantando
3 Minuti di Lettura
Domenica 30 Maggio 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 22:31

TOLENTINO - «Sono passati 1.609 giorni dal terremoto del 30 ottobre 2016 che difficilmente noi tutti potremo dimenticare, è ancora possibile chiamarle Soluzioni abitative di emergenza? Sinceramente noi facciamo fatica». E così Federico Pieroni ieri mattina si è presentato davanti al suo sindaco, il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. Lo ha fatto nel giorno della solenne cerimonia di consegna delle chiavi dei nuovi appartamenti (46 in tutto, 21 consegnati a gennaio, 25 ieri) a Borgo Rancia, un complesso industriale riconvertito ad abitazioni provvisorie per sfollati, e ha riconsegnato simbolicamente le chiavi della casa che gli spettava. 

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La scelta
Una scelta che raccoglie insieme tutte le sofferenze e le contraddizioni della fase post sisma. «Oggi, dopo quasi 2 anni di semi-stabilità ritrovata, non possiamo pensare di affrontare nuovamente l’ennesimo trasloco per poi tra circa un anno e mezzo dover tornare nella nostra abitazione che oramai sarà pronta. Non è accettabile». Per la famiglia Pieroni, dopo il sisma del 2016, è stato infatti un autentico calvario. Tre traslochi, notti e giorni passati anche in roulotte, il tutto sempre nell’attesa che lo Stato espletasse le pratiche.


Le case 
Gli appartamenti consegnati ieri agli sfollati non sono infatti case definitive. Sono degli alloggi temporanei: altri Comuni hanno scelto le Sae, Tolentino ha preferito puntare sugli appartamenti, per evitare che i cittadini trascorressero anni in casette di legno di pochi metri quadrati. Le abitazioni oggi consegnate agli sfollati diventeranno, a emergenza terminata, alloggi popolari per le famiglie che ne avranno bisogno. Scelta lungimirante. Il problema è che i tempi si sono allungati oltremisura, la burocrazia ha vinto e case che dovevano essere consegnate nel 2019 sono arrivate due anni dopo.

«La comunicazione della cerimonia di consegna delle chiavi è avvenuta il 20 maggio, con soli 9 giorni di anticipo. Attualmente viviamo in un appartamento con regolare contratto di locazione che prevede 3 mesi di disdetta anticipata. Secondo le ordinanze, però, al momento della consegna delle chiavi, si perde il diritto al contributo di autonoma sistemazione, quindi saremmo costretti a versare i canoni di giugno, luglio ed agosto anche con un’immediata comunicazione al proprietario».

Riguardo la rinuncia la famiglia Pieroni ha inviato, sempre ieri, al comune e agli organi preposti, una comunicazione ufficiale via pec dove spiega le motivazioni della scelta. «Fummo invitati dai funzionari comunali il giorno 16 giugno 2018 nei locali della Biblioteca Filelfica per l’assegnazione in base alla graduatoria stilata dal comune e in quell’occasione ci fu detto che la consegna sarebbe avvenuta al massimo per l’agosto 2019. Oggi quelle promesse sono state disattese totalmente. Abbiamo oramai organizzato le nostre vite in attesa di riavere la nostra casa».

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