Ora il dottore è a portata di clic. Telemedicina: finaziamento alle Marche da 134 milioni

Risorse nazionali e Pnrr per dare sostanza al Piano operativo regionale

Ora il dottore è a portata di clic. Telemedicina: finaziamento alle Marche da 134 milioni. Foto generica
Ora il dottore è a portata di clic. Telemedicina: finaziamento alle Marche da 134 milioni. Foto generica
di Martina Marinangeli
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Martedì 23 Maggio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 11:45
ANCONA La nuova frontiera della salute passa per la telemedicina. Durante l’emergenza pandemica, con gli ospedali travolti dallo tsunami Covid e le attività sanitarie ed ambulatoriali di fatto paralizzate, è diventata uno strumento di cura imprescindibile. Oggi, con i fondi del Pnrr, si punta a potenziarla in modo tale che, nel malaugurato caso una situazione del genere dovesse ripetersi, non ci lasceremmo cogliere di nuovo impreparati. 


La sostanza


Per dare sostanza alla teoria, è arrivato nelle Marche un pacchetto da 134.398.984 euro, di cui 74.081.720 euro, già erogati, a valere proprio sulle risorse del Pnrr (la Missione 6 declinata sull’assistenza domiciliare) per le annualità 2022-2025, ed altri 60.317.264 euro dal decreto legge 34 del 2020. I finanziamenti comportano anche il raggiungimento di obiettivi sul numero di over 65 raggiunti dall’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI): il target finale per le Marche, da centrare entro il 2025, è di 37.347 assistiti, pari al 9,48% della popolazione regionale con oltre 65 anni. Una modalità, quella della telemedicina, che punta anche a colmare il cronico gap di servizi nell’entroterra. Ma come si tradurranno, nella pratica, queste risorse? La Regione ha approntato un Piano operativo che prevede innanzitutto l’acquisizione di una piattaforma unica regionale di telemedicina finalizzata all’erogazione strutturata dei servizi di telemonitoraggio dei pazienti cronici e dei pazienti specialistici, oltre all’erogazione dei servizi di televisita, teleassistenza e teleconsulto.

Ovvero attività a distanza da fare attraverso lo schermo di un computer. La piattaforma sarà poi integrata al sistema dei servizi digitali regionali già esistenti, quali il fascicolo sanitario elettronico e il Cup. È prevista inoltre l’acquisizione delle postazioni di lavoro dedicate (70% fisse, 30% mobili) e dei dispositivi elettromedicali necessari. In aggiunta, si prevede «la realizzazione di attività di formazione e riqualificazione del personale medico, infermieristico e tecnico volta non soltanto all’addestramento all’uso delle nuove tecnologie, ma anche alla gestioni dei nuove forme di relazione con i pazienti mediata dalla tecnologia», dettaglia il Piano. Facciamo un esempio pratico per capire come funziona: il cardiologo da remoto può seguire il paziente grazie all’invio di dati dai device indossati dalla persona o altri test che il soggetto può fare a casa, quali Ecg, misurazione della temperatura corporea, della pressione arteriosa, della saturazione. Il medico può valutare in tempo reale le informazioni provenienti da questi dispositivi e agire in modo tempestivo. Può inviare alert ai pazienti, garantire continuità assistenziale, avere accesso costante ai parametri vitali e mettere in atto un precoce intervento terapeutico.


Le tipologie di pazienti


E questo non vale solo per la cardiologia. Il Piano definisce infatti le tipologie di pazienti che potranno essere trattate con la telemedicina. Come le persone con malattie respiratorie croniche, quali le apnee notturne o l’insufficienza respiratoria cronica, che possono essere sottoposte a telemonitoraggio di parametri clinico-strumentali per la valutazione di possibili riacutizzazioni. Ma si parla anche di teleassistenza nell’ambito della salute mentale, ad esempio la teleriabilitazione logopedica per bambini e adulti con disturbi del linguaggio. Le cure sanitarie nel terzo millennio, insomma.
 

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