Tasse, la Regione di Acquaroli dice no allo stralcio degli arretrati (ideato dal Governo Meloni): «Meglio la rateizzazione»

Tasse, la Regione di Acquaroli dice no allo stralcio degli arretrati (ideato dal Governo Meloni): «Meglio la rateizzazione»
Tasse, la Regione di Acquaroli dice no allo stralcio degli arretrati (ideato dal Governo Meloni): «Meglio la rateizzazione»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 11:35

ANCONA La Regione non applicherà lo stralcio automatico dei debiti sulle tasse locali accumulati dai marchigiani nel periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Palazzo Raffaello ha dunque deciso di non avvalersi della misura prevista dal Governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023, preferendo la “definizione agevolata dei carichi” - altra formula inserita nella Finanziaria - ovvero la rateizzazione dei pagamenti dovuti. Parliamo di una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro circa: riscuoterla significa anche poter dare un po’ di respiro all’ingessato bilancio regionale. Nelle Marche, l’unico dei capoluoghi di provincia a scegliere di non procedere con la rottamazione degli arretrati di Imu, Tari e multe è stato Pesaro, guidato dal sindaco dem Matteo Ricci. Gli altri quattro primi cittadini hanno invece preferito allinearsi alla normativa nazionale. 

 


Le ragioni


Le ragioni che hanno spinto la giunta Acquaroli a non avvalersi dello stralcio sono messe nero su bianco nella delibera 79 del 31 gennaio, giorno entro il quale Comuni e Regioni dovevano comunicare l’eventuale decisione di non applicare la misura. «Da un’analisi della normativa - si legge nel documento - risulta maggiormente opportuno perseguire il meccanismo della definizione agevolata dei carichi in quanto, nell’attribuire al debitore gli stessi benefici dello stralcio automatico e parziale in termini di riduzione degli importi complessivi da pagare, stimola un comportamento proattivo da parte del contribuente, richiedendo il pagamento della sorte e delle spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica».

La delibera

Invece, puntualizza la delibera, «lo stralcio automatico e parziale dei carichi, operando in maniera automatica, non ingenera nel debitore un efficace stimolo all’assolvimento del debito tributario rimanente, comportando per l’ente creditore una perdita secca di gettito».

Perdita che, si diceva, si aggira sui 20 milioni di euro. Articola il ragionamento l’assessore al Bilancio Giffredo Brandoni: «Si tratta di una scelta politica e dunque ne abbiamo discusso lunedì in giunta. Quella della rateizzazione dei carichi (due rate nel 2023 e quattro rate trimestrali dal 2024 in poi) ci sembra la forma più giusta e che ci dà maggiori garanzie di riscossione».

Lo stralcio

Lo stralcio previsto nella prima Legge di Bilancio del Governo Meloni riguarda i debiti tributari fino a 1000 euro - valore che comprende capitale, interessi e sanzioni - per il periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Tuttavia, agli enti come Comuni e Regioni, è stata lasciata la possibilità di non applicare questo stralcio sulle cartelle esattoriali. Molti sindaci di centrosinistra - come quelli di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari e, nelle Marche, Pesaro - orientati a non abbonare gli arretrati e quelli di centrodestra più favorevoli ad allinearsi alla normativa nazionale. A livello di Regioni, invece, il colore politico sfuma: la decisione di non applicare lo stralcio automatico è stata presa, oltre che dalle Marche, anche da giunte come quella dell’Emilia Romagna, a guida Pd, e quella di centrodestra della Calabria. La via della definizione agevolata del debito percorsa da Palazzo Raffaello stabilisce il pagamento delle sole somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento. Pagamento che può essere effettuato, oltre che in unica soluzione, anche nel numero massimo di 18 rate in 5 anni.
 

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