Tartufo bianco pregiato a forte rischio, Lonzi, Slow Food Marche: «Posticipare raccolta di almeno 20 giorni. La Romagna si è mossa, Marche al palo»

Tartufo bianco pregiato a forte rischio, Lonzi, Slow Food Marche: «Posticipare raccolta di almeno 20 giorni. La Romagna si è mossa, Marche al palo»
Tartufo bianco pregiato a forte rischio, Lonzi, Slow Food Marche: «Posticipare raccolta di almeno 20 giorni. La Romagna si è mossa, Marche al palo»
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Sabato 27 Agosto 2022, 13:05

URBINO - Dopo miele e olive, è l’allarme anche per il tartufo bianco pregiato: «Si modifichi il periodo di apertura per la raccolta del tartufo. A rischio la stagione del tartufo bianco pregiato». Giulio Lonzi esperto di enogastronomia legata alle tradizioni, agli usi e costumi dei popoli, già fiduciario di Slow Food Urbino e responsabile eventi per Slow Food Marche, torna a lanciare l’allarme: i cambiamenti climatici stanno mettendo a repentaglio la stagione del tartufo bianco. 

Il clima come una mannaia


A causa della diminuzioni delle precipitazioni e l’innalzamento delle temperature negli ultimi anni è drasticamente crollata la produzione di tartufo, in particolare quella del Tuber magnatum Pico, che ad oggi non è ancora possibile coltivabile nelle tartufaie come invece avviene per lo scorzone o per altre specie. L’annata criticamente siccitosa a causa dei cambiamenti climatici che stanno stravolgendo l’intero ciclo vitale della natura mette a serio pericolo la prossima stagione di raccolta del tartufo bianco. La desertificazione dei suoli sta letteralmente alterando l’ecoabitat delle nostre colline, causando non solo scompensi ad agricoltori ma anche difficoltà per le migliaia di forme vitali che in esso si creano, come ad esempio quello dei tartufi, funghi ipogei (che crescono sottoterra) e che più di altre specie soffre maggiormente l’aridità della terra.

La domanda


Cosa facciamo umanamente per preservarlo? «Nulla - rincara Lonzi -. Poiché i cambiamenti climatici sono una ineluttabile calamità naturale dovremmo intervenire sull’aspetto antropico in maniera rilevante, magari pensando da ora in avanti di agire anche sul numero di tesserini rilasciati, portandolo a numero chiuso come già stanno ipotizzando alcune regioni più lungimiranti, o addirittura ideando due fermi biologici ogni anno per permettere al sottosuolo di riposare e al micelio di rigenerarsi micorizzando le radici delle piante e arbusti».

La proposta

Infine sarebbe ora che venisse modificato il calendario regionale posticipando l’apertura e la chiusura di raccolta di almeno 15/20 giorni permettendo ai “fioroni” termine col quale si intende, in parole povere, l’ “embrione di quello che sarà il tartufo reale, destinato a sfaldarsi sottoterra per permettere la simbiosi”, preparando al meglio il terreno, fortificandolo e migliorando di fatto per quantità e qualità la produzione.  Sempre Lonzi conclude spiegando: «Varie proposte erano state avanzate negli ultimi anni da colleghi e specialisti del settore, ma ad oggi di fatto nelle Marche ancora nulla è stato cambiato e nessun impegno è stato preso dai responsabili regionali del settore, come invece accaduto nella vicina Emilia Romagna».
 

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