Spacca e Tajani: "Uniti
dalla politica del fare"

Spacca e Tajani
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Sabato 23 Maggio 2015, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:55
ANCONA - Gian Mario Spacca e Antonio Tajani "uniti dalla politica del fare".



Le «cose concrete», la «politica del fare» sono il punto di consonanza programmatica tra il presidente uscente della Regione Gian Mario Spacca e Forza Italia, che lo sostiene insieme a Marche 2020-Ap e Dc nella corsa delle regionali.



Lo ha fatto notare oggi il vice presidente del Parlamento Europeo ed ex Commissario Ue (Industria, Trasporti) Antonio tajani, durante una conferenza stampa alla quale erano presenti anche il coordinatore regionale forzista Remigio Ceroni e il vice presidente uscente del Consiglio regionale e capolista per Ancona Giacomo Bugaro. «Ci siamo confrontati quando, lui presidente della Regione Marche, io Commissario europeo, ci siamo trovati in sintonia sulle cose concrete, pur appartenendo a diversi schieramenti».



Una consonanza programmatica - secondo Spacca - che si materialzza nel comune obiettivo di fare «crescere le Marche, di far aumentare il Pil, contro chi teorizza invece il Bil, di tornare a produrre reddito e occupazione». Per favorire la crescita, però, bisogna «avere risorse» e con i tagli di trasferimenti statali «è necessario guardare altrove, alla Ue e ai 1,2 miliardi di fondi europei che ci permetteranno di impostare una strategia di crescita», intesa come «una missione attorno alla quale dovrebbero raccogliersi categorie produttive e istituzioni». A Tajani, Spacca ha chiesto in primis un «rapporto con l'Europa non solo procedimentale per accedere ai finanziamenti», ma un vero punto di raccordo con territorio e Governo nazionale. Oltre alla strategia della Macroregione Adriatico ionica, il governatore uscente ha sollecitato l'interessamento di Tajani sulla direttiva Bolkestein con l'applicazione di «un doppio regime: una proroga trentennale per le concessioni balneari già esistenti e l'applicazione delle nuove regole per le nuove concessioni (c'è ancora il 70% di aree demaniali da dare in concessione). Non si può snaturare il nostro tessuto imprenditoriale, fatto di piccole imprese, spesso a conduzione familiare. Altri Paesi, come la Spagna, sono riusciti a vedersi riconoscere le loro peculiarità». Altri settori di interesse europeo, la concessione delle radiofrequenze («anche in questo caso servirebbero delle proroghe per trovare un assetto stabile») e infine la valorizzazione dei centri storici e delle loro attività commerciali. In sintesi, «bisogna avviare un confronto con la Ue per avere un'interpretazione delle regole comunitarie che permetta alla nostra economia di mantenere le sue caratteristiche».



Tajani ha illustrato le opportunità e le risorse offerte dal programma Horizon 2020 (innovazione), Programma Life (ambiente), Programma Europa Creativa (cultura) e dal «pacchetto Cosme», da lui promosso quando era Commissario europeo: 2,5 miliardi di euro per le Pmi, oltre ai fondi strutturali, distribuiti con il Por e il Psr. «Le Marche - ha concluso convinto - possono essere un progetto pilota, una coalizione di moderati e l'uso delle risorse Ue possono essere un punti di riferimento per il Paese.
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