ANCONA - Non più “terza Italia”. Le Marche tornano a essere una regione cerniera, tra il dinamismo del Nord e la fatica a crescere del Sud. Non scivolano più all’indietro, a leggere tra i dati e gli istogrammi dell’ultimo rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, in circolazione da ieri. «La vostra terra sostiene, nel 2021, una crescita del 6,2%, superiore alla media del 6% delle cinque che compongono il centro Italia». A indicare la rotta dello schivato pericolo è Luca Bianchi, direttore Svimez. Due sono i fronti che hanno trainato questo recupero parziale: costruzioni ed esportazioni. Ecco i sei temi principali del rapporto.
IL PIL
Un rimbalzo sopra la media sia nazionale sia del centro
Dopo aver perso, nel 2020, 11 punti del prodotto interno lordo (Pil), le Marche, secondo l’ultimo rapporto Svimez, in questo anno che sta per finire si sono giocate ai recuperi l’uscita dalla pandemia più profonda. Il 2021 si chiuderà con una crescita del 6,2%, un decimo di punto sopra la media nazionale, due decimi in più rispetto al dato complessivo del centro. Passato l’effetto rimbalzo, per il 2022 si prevede l’assestamento, con il Pil al +3,7%. Un cifra, che consolida l’attitudine a tornare ad avanzare.
I SETTORI
Costruzioni ed esportazioni garantiscono l’effetto-traino
Costruzioni ed esportazioni evitano alle Marche di scivolare verso il sud d’Italia, con il recupero di 6,2 punti di crescita. L’effetto traino dell’edilizia è frutto della somma algebrica del SuperBonus 110%, introdotto dal decreto Rilancio per la riqualificazione energetica e la riduzione del rischio sismico, e dello scatto nella ricostruzione post-terremoto. Le esportazioni sono la misura della ripartenza delle imprese, piccole e grandi, spina dorsale di questa terra.
IL LAVORO
Ripresa dell’occupazione, si deve attendere il 2022
Non è certo il dato che più d’ogni altro dà il segno della ripresa.
IL SOLCO
Sos disparità di genere, qui va meglio che al sud
Le differenze di genere sono l’ostacolo allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. Qui i dati Svimez non sono scorporati, ma sono sufficienti a tracciare il solco che divide l’Italia. Al centro-nord, nel 2020, il tasso d’occupazione femminile, tra i 20 e i 64 anni, è al 62%, contro il 35,1% del mezzogiorno. Quello che racconta di ragazze, tra i 15 e i 34 anni, non impegnate nello studio, nel lavoro e nella formazione, è al 22,9% al centro-nord e al 40,2% al sud.
I CONSUMI
Ora si torna a spendere ma con molta parsimonia
Anche qui si registra un avanzamento, ma con il freno tirato. Il capitolo è quello della spesa delle famiglie. Tradotto: i consumi, quest’anno, sono aumentati del 5,3%. Uno scatto in avanti meno vistoso della crescita, che non pone le Marche in una posizione di inferiorità rispetto alle altre regioni d’Italia. Il fenomeno è uguale per tutte, perché identica è la matrice che lo genera: salari bassi, precarietà dell’occupazione, incertezza sul futuro. Si torna a spendere, ma con parsimonia.
LA PREVISIONE
Quei cinque gradini ripidi per sostenere la risalita
Andando verso il 2022, la Svimez indica cinque gradini ripidi per la risalita: come si evolverà la quarta ondata della pandemia; che effetti creerà il superamento della fase delle politiche di bilancio di segno fortemente espansivo; quale carattere assumerà il rialzo dei prezzi, ovvero se si rivelerà solo un fenomeno transitorio legato alle riaperture; gli orientamenti che prevarranno nelle politiche monetarie; quale sarà la tenuta del commercio internazionale. La salita è solo all’inizio.