Svem, Acquaroli detta la linea: «Sotto la media sui fondi Ue, serve maggiore efficienza»

Il presidente Santori: «Arrivare almeno al 7° posto nella nuova programmazione 2021/2027»

Svem, Acquaroli detta la linea: «Sotto la media sui fondi Ue, serve maggiore efficienza»
Svem, Acquaroli detta la linea: «Sotto la media sui fondi Ue, serve maggiore efficienza»
di Martina Marinangeli
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Martedì 24 Gennaio 2023, 05:50

ANCONA Obiettivo numero uno: scalare la classifica - quella messa nero su bianco dall’Agenzia di coesione territoriale aggiornata al 31 dicembre 2022 - che vede le Marche ultima regione in Italia quanto a capacità di spesa dei fondi europei Fesr. Un mandato, quello assegnato dal governatore Francesco Acquaroli alla Svem, che mira a raggiungere almeno il settimo posto nazionale nella programmazione 2021/2027. E con i bandi Fesr e Fse del nuovo settennio pronti a partire da febbraio, di tempo per efficientare il sistema non ne resta molto. Ma il lavoro è già iniziato, come sottolinea il presidente della Svem Andrea Santori, da un anno alla guida della società in house della Regione Sviluppo Europa Marche, nata dalle ceneri della Svim nell’agosto 2021.  


La mission


Una società che ha come mission quella di supportare l’attività della pubblica amministrazione in particolare nella fase di realizzazione dei bandi e nella messa a terra di progetti legati ai fondi europei. Ieri, durante la conferenza stampa a Palazzo Raffaello con il governatore Acquaroli - organizzata per tracciare il bilancio del primo anno si Svem - Santori ha sottolineato come «abbiamo ereditato una società in condizioni di difficoltà sia a livello infrastrutturale che organizzativo e ci siamo dovuti confrontare con la situazione che ci aveva lasciato la precedente giunta, ovvero una regione in transizione verso la povertà». 


Le pratiche


Scende poi nel dettaglio dell’operato: «Nel 2022, in dieci mesi effettivi di lavoro, abbiamo garantito e migliorato del 42% le pratiche evase rispetto al 2021, liquidando un contributo regionale di oltre 48 milioni di euro per una ricaduta sul territorio di 100 milioni, per un totale di 353 pratiche concluse».

Allargando lo zoom sui fondi europei, Acquaroli e Santori hanno ricordato come la maglia nera alle Marche sia legata anche al fatto che i 248 milioni di euro aggiuntivi per il sisma (andati a sommarsi alla programmazione ordinaria del Fesr 2014/2020 da 337 milioni) siano arrivati nelle casse regionali solo nel 2018. «Ne ho parlato anche con il ministro Fitto - fa sapere il governatore -: quando si legge da fuori regione e da fuori Italia un dato riferito a questa classifica, si dipinge un territorio che diventa meno attrattivo, meno competitivo e nell’immaginario collettivo si penalizza e si umilia la nostra regione». Di qui il doppio diktat: «Dobbiamo pretendere da una parte dall’Agenzia per la coesione e dal Ministero maggiore trasparenza per far emergere questi dati. Dall’altra, più efficienza perché la nostra regione è strutturalmente sotto la media per capacità di spesa. E questo è ciò che chiediamo a Svem ed ai nostri uffici».

La prospettiva

Anche perché la capacità di mettere a terra le risorse europee va guardata in prospettiva: se si fa così tanta difficoltà a spendere 585 milioni di euro, cosa accadrà quando i fondi da gestire (tra Fesr e Fse) supereranno il miliardi di euro con la nuova programmazione 2021/2027? Senza pensare alle risorse del Piano sviluppo rurale e al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Stiamo lavorando per la velocizzazione delle liquidazioni di spesa dei progetti presentati con la programmazione 2014/2020, che ha dei ritardi annosi - spiega l’assessore con delega ai Fondi europei Goffredo Brandoni - e ci stiamo riorganizzando per l’intera gestione della nuova programmazione 2021/2027, compresi i fondi del sisma arrivati in Regione solo nel 2018». Buona la seconda? Ai posteri l’ardua sentenza.
 

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