Subappalti per le casette del terremoto:
sequestri della Finanza alla Regione

Subappalti per le casette del terremoto: sequestri della Finanza alla Regione
di Andrea Taffi
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Venerdì 20 Luglio 2018, 11:02
ANCONA - Non c’è pace sotto il cielo scosso dal terremoto del 2016. Al rush finale per la consegna delle ultime casette nel Cratere marchigiano in queste settimane estive si aggancia la notizia di una indagine nazionale della Distrettuale antimafia affiorata, per ora, con alcuni decreti di sequestro portati a termine dai militari della guardia di finanza. Ieri mattina infatti le Fiamme gialle del comando provinciale di Ancona si sono presentate a Palazzo Rossini, al servizio Protezione civile della Regione, dove hanno portato via il computer del superdirigente Davide Piccinini e di tre funzionari oltre a vario materiale documentale.

Il provvedimento, ordinato dalla Procura di Ancona, è sotteso a una serie di approfondimenti che i magistrati inquirenti stanno conducendo su presunte irregolarità avvenute in materia di subappalti per la realizzazione delle Soluzioni abitative di emergenza (Sae), ovvero le casette consegnate da 14 mesi a questa parte dalle quattro Regioni ferite dal terremoto ai residenti con abitazioni inagibili che ne hanno fatto richiesta.
  
Nelle Marche l’accordo quadro nazionale prevedeva che la fornitura fosse competenza del Consorzio Arcale, rete di imprese composta da aziende toscane, emiliane e umbre (Gervasi, Procogen, Sistem costruzioni, L.A.Cost, Tanzini Quintilio e Figlio e Menconi) nata nel 2003 che ha già lavorato nei terremoti dell’Abruzzo e dell’Emilia.

La presenza dei finanzieri non è passata inosservata in via Gentile da Fabriano anche se palazzo Rossini è quello più defilato dei tre. A Piccinini, superdirigente che ha preso le consegne dal primo gennaio 2017 da Cesare Spuri (passato alla struttura speciale della Ricostruzione). i finanzieri hanno bussato anche a casa prelevando il pc personale e altri documenti. È quasi certo che il provvedimento di sequestro sia collegato anche all’iscrizione nel registro degli indagati anche se nessuno ha al momento confermato lo status indiziario dei funzionari regionali.
La materia dei subappalti per le Sae è vastissima e complessa. Nelle Marche riguarda 75 aree che sono state urbanizzate ex novo dopo le scosse di agosto e ottobre 2016 per la realizzazione di quasi 1900 casette. Complessivamente si tratta di un cumulo di circa 1100 subappalti che Arcale ha portato avanti per qualsiasi tipo di fornitura: dalla scorsalina ai materiali da cantiere, dalle mattonelle ai sanitari e così via. La Regione per il codice degli appalti ha esercitato funzioni autorizzative e di controllo per mandare avanti gli iter di urbanizzazione, realizzazione e consegna delle casette. La Procura di Ancona non ha voluto commentare la notizia dei sequestri in Regione mentre dagli ambienti di polizia giudiziaria è trapelato che si tratta di una «grande» indagine partita parzialmente per impulso della Distrettuale Antimafia. Bocche cucite anche in Regione: non parla Piccinini anche se i suoi principali collaboratori hanno espresso profonda amarezza e raccontato «di una persona sconvolta, che ha lavorato a ore impossibili insieme a tutto il suo team in condizioni molto precarie, tra i ritardi dei Comuni per le pratiche relative alle aree da urbanizzare, la rabbia delle popolazioni colpite e il fuoco delle polemiche. Un lavoro massacrante».

Non sa niente l’assessore che ha la delega alla Protezione Civile, Angelo Sciapichetti e non sa niente anche il presidente del Consorzio Arcale, Gianni Gervasi. Interpellato telefonicamente Gervasi ha alzato le mani: «Cosa vuole che le dica? Avremo ricevuto almeno cinquanta visite o ispezioni da carabinieri, polizia e finanza, ispettorati del lavoro e aziende sanitarie durante l’arco dei lavori. In alcuni cantieri è successo anche due volte in due giorni. A noi non è arrivato niente».
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