Nuova vita per i fiumi, la soluzione-Marche apre la strada in Italia: così si protegge la trota mediterranea. Ecco le regole per la pesca

Nuova vita per i fiumi, la soluzione-Marche apre la strada in Italia: così si protegge la trota mediterranea a monte immettendo l iridea a valle
Nuova vita per i fiumi, la soluzione-Marche apre la strada in Italia: così si protegge la trota mediterranea a monte immettendo l’iridea a valle
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 08:33

ANCONA - Con l’attività di immissione controllata di trote iridee le Marche sono l’unica regione italiana dove svolgere l’attività di pesca sportiva nelle acque libere nel rispetto delle norme vigenti. Una svolta importante che non solo mette d’accordo, ma riunisce sotto lo stesso scopo conservazione della trota mediterranea e ripartenza della pesca sportiva. Una risposta che le Marche hanno saputo dare in pochi mesi (ottobre 2020) come risposta al cambio di regolamento sulla pesca emanato dal ministero cinque mesi prima. Così si distingue l’immissione di esemplari autoctoni da esemplari non autoctoni. L’unica strada che può permettere nei nostri fiumi allo stesso tempo pesca agonistica e conservazione della trota autoctona. 

 
L’azione di ripopolamento
Stiamo parlando di un progetto che prevede azioni di ripopolamento delle acque interne della regione con trote iridee, nel rispetto delle norme nazionali ed Ue. Un lavoro portato avanti in tempi record nonostante la pandemia, che vede coinvolti in compartecipazione una serie di protagonisti.


Un lavoro all’unisono
Tra questi il vice presidente della Regione Marche, nonché assessore con deleghe, tra le altre, alla caccia ed alla pesca sportiva Mirco Carloni (in veste di coordinatore in fatto di tutela ambientale), l’Arpam, il Sistema Nazionale Protezione Ambiente, l’istituto Superiore Protezione Ambiente, il Ministero della Transizione Ecologica e tutte le Associazioni Piscatorie Regionali. «La Regione Marche spiega il rappresentante in consulta di Legambiente Marche Leonello Negozi - ha avuto una risposta positiva del Mite, vista la salvaguardia dell’ecosistema faunistico.

Ci sono ancora delle questioni da approfondire ma ritengo che il cammino intrapreso dalla Regione sia quello giusto. Invito a questo punto tutti i pescatori a collaborare affinché questa sperimentazione vada bene. Si tratta da un lato, di coordinare la salvaguardia dell’ambiente con la pesca sportiva e agonistica».


Le quattro regole
Quattro regole a cui attenersi che evitano la contaminazione tra trota mediterranea trota iridea. La prima riguarda la netta separazione delle modalità di conservazione applicate, una a monte (nella quale sono previste azioni di conservazione dirette della trota mediterranea) e una a valle nella quale saranno svolte le attività di pesca sportiva che prevedono l’immissione di trote, tra le quali intercorrono sbarramenti che impediscono la risalita a monte della fauna ittica a salmonidi. La seconda è che le trote a valle fanno parte di un genere completamente differente rispetto a quella autoctona e quindi non ibridabili tra loro (più vicina ad un salmone). Infatti, la trota mediterranea (Salmo cettii) è tipica del centro Italia ed è molto differente da quella iridea (Oncorhynchus mykiss) che possiamo trovare originariamente nel continente americano o in Russia. 


I nuovi esemplari femmine e sterili
Infine tutte le trote iridee immesse saranno femmine e sterili. Il tutto per evitare in modo netto la competizione alimentare e la perdita del patrimonio genetico delle popolazioni di trota mediterranea che si sono adattati a partire dall’ultimo periodo glaciale, quando ancora non si erano estinti i Mammuth. «Come Arci Pesca Fisa - dice il presidente Arci Pesca Marche, Rodolfo Perlini - esprimiamo un parere positivo su questo progetto. Abbiamo cercato di risolvere una situazione che andava a contaminare l’habitat con l’immissione senza controllo di differenti varietà di trote». «Con questa iniziativa - continua Perlini - non c’è alterazione della fauna ittica e della microfauna. Il pescatore così non ha più difficoltà nel riconoscere le trote diverse e può pescare senza interagire con la fauna autoctona. A mio avviso siamo riusciti a ottenere un risultato importante per chi fa attività agonistica, ma noi sollecitiamo i responsabili del progetto Life trota affinché mettano a disposizione materiale per il ripopolamento di acque pregiate. Starà a noi dimostrare che questo progetto può uscire dalla sua fase sperimentale e diventare una solida realtà».


La novità per i pescatori
Una vera novità immessa dalla nostra regione riguarda anche i pescatori. Conservazione e pesca si muovono all’unisono coinvolgendo in primo piano i pescatori in qualità di “controllori ambientali”. Entro alcuni limiti, infatti, viene ammessa la pesca a monte, attivando una delle modalità di conservazione diretta, essenziale per la salvaguardia della trota mediterranea. La pesca controllata dovrà anch’essa rispettare alcuni parametri che comprendono: periodi di fermo, quantificazione della popolazione del fiume e tecniche particolari ammesse. Un programma che mira, quindi, a elevare la qualità del pescato e di preservare gli equilibri della fauna acquatica. Generosi Giordano, presidente della ADPS Alto Potenza e Scarzito, è fiducioso: «Prima dell’iniziativa sulle acque di categoria A noi eravamo tagliati fuori dalla Regione. Il discorso della linea conservativa sarà ampliato in tutte le acque della regione. Ciò costituisce un’ottima occasione per coordinare: agonismo, conservazione e salvaguardia delle acque. Si comincia da ora a guardare a 360 tutta la vita dell’ecosistema fluviale delle Marche». Il Mite ha dato il consenso all’immissione di trote iridee fino a dicembre 2021, scadenza fondamentale per la valutazione e l’analisi dell’andamento delle conservazioni e il controllo del livello di impatto che gli esemplari immessi hanno sugli ecosistemi.


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