Il raffronto
Nel periodo gennaio-luglio 2023 il dato degli infortuni è diminuito del 18% rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma secondo la Cgil Marche «il calo è stato determinato dagli infortuni da Covid». Nel frattempo, però, crescono le malattie professionali del 18% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il trend costante, e troppo elevato, degli infortuni nelle imprese marchigiane ha confermato una situazione che oscilla tra i 20mila infortuni e 18mila l’anno, eccetto gli anni della pandemia. Nella regione gli infortuni mortali negli ultimi 10 anni sono stati 376, «una strage che non si riesce neanche a commentare» sottolinea il sindacato dei lavoratori. «Bisognerebbe evitare di chiamare le morti sul lavoro morti bianche - incalza Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil - perché in realtà non c’è nulla di bianco; ci sono, invece, responsabilità ben chiare e definite».
Il sistema
La Cgil Marche prende la rincorsa e si scaglia contro il sistema regionale: «Dopo quasi tre anni di insediamento del governo regionale e tante promesse di rafforzamento dell’attività di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, ad oggi il sistema versa in una condizione di grande difficoltà ed è inadeguato in termini di risorse umane e economiche». I dati elaborati dall’Ires Cgil Marche evidenziano che la spesa sanitaria sulla sicurezza, che dovrebbe essere pari al 5%, nella nostra regione si attesta al 3,92%. «È arrivato il momento di destinare risorse per la sicurezza - rafforza il concetto Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche -, senza questo restano solo le parole di circostanza. È necessaria una netta inversione di tendenza a partire dalla legge di bilancio regionale e quindi chiediamo alla giunta Acquaroli di passare dalle parole ai fatti». I numeri degli ispettori suddivisi per provincia: 14 ad Ancona, 7 ad Ascoli Piceno, 6,5 a Fermo, 10 a Macerata, 12,5 a Pesaro Urbino.
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