L’imprenditore Pieralisi: ​«Ragioniamo sull’utilizzo dei dissalatori per ripartire. Così si aiutano le colture»

Andrea Pieralisi
Andrea Pieralisi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Giugno 2022, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 14:17

ANCONA - «Una nazione con 8mila chilometri di coste lamenta la mancanza di acqua per uso agricolo e non pensa a costruire impianti di dissalazione delle acque». A lanciare la provocazione via social è l’imprenditore agricolo di Jesi Andrea Pieralisi, che prova ad aprire un dibattito in merito dal suo profilo Facebook.

«I dissalatori sono impianti sofisticati, quindi abbastanza costosi ed energivori - amplia il ragionamento - ma è un ragionamento che va fatto. Vanno dimensionati e posizionati in zone come la pianura padana per evitare che l’agricoltura resti senza acqua». Il Pieralisi pensiero parte da una considerazione molto semplice: «Le precipitazioni, negli ultimi anni, hanno cambiato abitudini. Ora piove troppo quando non ce n’è bisogno. Quando invece servirebbe - in autunno ed in inverno, quindi - i rovesci scarseggiano». Di qui, il corollario al teorema: «Vanno modificate le strategie. Le vie da percorre sono essenzialmente due: o aumentiamo gli stoccaggi di acqua per uso agricolo negli invasi esistenti, oppure prendiamo in considerazione l’idea di utilizzare i dissalatori. Sono due soluzioni diverse, ma qualcosa bisogna fare, altrimenti non riusciremo a dare risposte adeguate ai bisogni degli agricoltori». Il processo di dissalazione rimuove il sale dall’acqua marina così da poterla utilizzare anche per uso alimentare, industriale o agricolo. Una proposta alternativa ad un problema che ancora non vede soluzioni all’orizzonte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA