ANCONA - «Finché uno non muore, ci spera». È ironica fino ad un certo punto la presidente dell’assemblea regionale del Pd Silvana Amati quando, presentando le tappe che portano al congresso del 19 dicembre, commenta l’ipotesi di una candidatura unitaria per il dopo-Gostoli. Una figura quasi mitologica, che riesca a far convergere su di sé tutti i democrat.
I nomi in campo
Nel Pd marchigiano pare essere più un miracolo che una reale opzione e, infatti, i nomi in predicato per lo scranno più alto del partito sono già due, l’ex sindaco di Force Augusto Curti – frutto dell’inedito asse Pesaro-Ascoli, costruito dai plenipotenziari dem Matteo Ricci e Luciano Agostini – ed il consigliere regionale ed ex presidente dell’assemblea legislativa Antonio Mastrovincenzo, proposto con una lettera firmata da oltre 100 tra amministratori, segretari comunali ed iscritti. «La candidatura unitaria è sempre auspicabile», prosegue nel ragionamento Amati, ma con le bordate che sono già volate negli scorsi giorni, la strada pare poco percorribile. E allora, che almeno sia un segretario «dedito al partito». Inciso che sembra voler dire “meglio se libero da altri incarichi”, puntando così l’ago della bussola dem verso Curti. Ma Amati ha preferito non esprimersi sui nomi per ora in campo: vestendo ieri i panni di presidente del commissione per il congresso regionale, e quindi di garante, si è limitata ad illustrare tappe e regole, affiancata dagli altri membri.
L’iter
Nel D-day del 19 dicembre, la vittoria andrà a chi riuscirà a raggiungere il 50,1% dei voti. Nel caso nessuno dei competitor centrasse l’obiettivo della maggioranza assoluta, sarà durante la prima assemblea, convocata entro il 9 gennaio 2022, che verrà eletto il nuovo segretario regionale, con un ballottaggio tra i due nomi più votati (nel caso dovessero spuntare altre candidature). L’assemblea sarà composta da 80 eletti, di cui 26 dalla federazione di Ancona, 19 da quella di Pesaro Urbino, 16 da Macerata, 10 da Ascoli e 9 da Fermo.
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