ANCONA Sofferta come un’onta, nell’età che dovrebbe essere quella della levità. La disuguaglianza sociale passa anche attraverso il rifiuto obbligato d’una gita di classe. Un lusso per studenti e studentesse, figli di famiglie condizionate da stipendi medio-bassi, con l’inflazione che spinge i costi alle stelle. Per Riccardo Rossini è una criticità trasversale: «Sono tante le scuole toccate dal problema. Sempre più spesso si devono fare i conti con redditi ridotti e aumenti».
La formula
Indica la distanza che intercorre tra la necessità e la privazione, il preside dell’istituto tecnico agrario Cecchi di Pesaro e presidente regionale dell’Anp, l’associazione che li riunisce, i presidi: «Ci siamo chiesti come risolverlo. I viaggi sono importanti dal punto di vista didattico e di socializzazione tra i ragazzi. Un’occasione unica per i docenti che vedono i giovani al di fuori dell’aula». Tenta con una formula basica: «Abbiamo ridotto i giorni, cinque e non più sette. Una scelta che non intacca il valore dell’iniziativa e la rende più accessibile». Rossini ordina la griglia delle cifre: «Per un tour didattico si posso spendere dai 450 ai 550 euro, tutto compreso, a seconda che si viaggi in pullman o in aereo. Prezzi competitivi, che non tutti posso sostenere». Motivo per cui il preside, in attesa di un sostegno nazionale, attiva il piano B: «Abbiamo creato un fondo di solidarietà che si alimenta con le risorse della scuola e si integra con la disponibilità di chi può pagare una quota di partecipazione più alta. Sono sufficienti 5 o 10 euro in più».
L’interrogazione
Entusiasmo, autonomia e responsabilità, l’esperienza più bella oltre i banchi finisce in Parlamento. Per voce e volontà di Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra, che presenterà un’interrogazione. Anticipa la contromossa: «Stiamo preparando una proposta di legge affinché sia istituito un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare gite e libri».
Ripassa la formazione, Laura Trucchia.
Il boom
È un doppio punto di vista quello proposto da Cinzia Pettinelli, dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione superiore Orsini-Licini. Ad Ascoli è la sintesi dei licei scientifico e artistico. «Quest’anno, dopo due anni di restrizioni-Covid, c’è stato un boom». Ricorda la settimana bianca da 700 euro, alla quale hanno detto sì in 270, e il successo dello stage linguistico da sette giorni a Malta, 750 euro. «Devo ammettere, tuttavia, che le adesioni sono soprattutto quelle dei ragazzi dello scientifico». Da qui deriva la sua riflessione: «È giusto proporre ciò che può generare emarginazione? Viceversa, è corretto non offrire esperienze formative?». Dubbi, i suoi, alla ricerca dei possibili correttivi. Esalta il fattore socializzazione, Francesco Savore. Il dirigente scolastico dell’Istituto tecnico dorico Vanvitelli-Stracca-Angelini ristabilisce le priorità: «È un elemento che sarebbe grave disperdere. Vorrei sollecitare un meccanismo statale per calmierare i prezzi dei viaggi didattici. Dopo il Covid sono aumentati del 15-20%». Per i ragazzi delle sue quinte classi, ad aprile, sarà destinazione-Barcellona: 600 euro per sei giorni, nave+pullman. L’amarezza: «Di novanta che sono, partiranno in sessanta». Un terzo resterà a casa. Nella trincea della diseguaglianza.
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