Secessione e fuga verso la Romagna, c'è chi dice no: «Noi vogliamo restare nelle Marche»

Sassofeltrio, secessione e fuga verso la Romagna, c'è chi dice no: «Noi vogliamo restare nelle Marche»
Sassofeltrio, secessione e fuga verso la Romagna, c'è chi dice no: «Noi vogliamo restare nelle Marche»
di Gianluca Murgia
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Martedì 27 Ottobre 2020, 08:52

SASSOFELTRIO Una secessione nella secessione. È quella che minacciano tramite petizione i residenti di Valle Sant’Anastasio e Ca’ Micci, “enclave” di Sassofeltrio incastonato tra San Marino e San Leo.

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«Se il Senato approverà tra oggi e giovedì il passaggio di Sassofeltrio e Montecopiolo in Emilia Romagna (il Ddl 1144 è già stato approvato dalla Camera dei Deputati, ndr) noi chiederemo - avvisano i residenti - di essere annessi a Monte Grimano Terme», Comune marchigiano di frontiera, che dal 1947 divide fisicamente in due parti Sassofeltrio e che, al contrario dei “secessionisti”, nelle Marche ci sta bene al punto di aver instaurato, grazie al sindaco forzista Elia Rossi un filo diretto con il neo governatore Francesco Acquaroli
 
Il progetto del governatore
La nuova giunta regionale ha intenzione di potenziare al massimo gli accordi sanitari ed economici con San Marino dove, è bene ricordarlo, ci lavorano circa mille frontalieri marchigiani. L’obiettivo strategico? Diventare il primo interlocutore del Titano superando così la Romagna, dando anche nuova linfa e attenzione al confine.

Le battaglie vinte sulla sanità
Un passo indietro: un accordo sanitario c’è già. Si può accedere negli ospedali di Rimini o Riccione, tramite ambulanza, già con un codice giallo. A San Marino, con la sola impegnativa del medico di famiglia, si possono effettuare visite ambulatoriali. Inoltre si può accedere al pronto soccorso di San Marino. E qui fanno leva le motivazioni che spingono oggi diversi residenti di Sassofeltrio a voler restare nelle Marche. «Sono passati troppi anni dal referendum e noi - spiegano - dopo aver combattuto per 10 anni, abbiamo finalmente ottenuto degli accordi sanitari che, con un passaggio di Romagna, potrebbero non tornare a nostro favore. Oggi abbiamo una farmacia e un’ambulanza a nella vicina Mercatino Conca. Prima partiva da Urbino o Sassocorvaro. In Romagna arriverebbe da Coriano e per le analisi toccherebbe andare a Morciano: troppo distanti. Ora abbiamo un infermiere che viene a domicilio a fare analisi e c’è pure un cantoniere a Montelicciano che ci libera la strada al bisogno. Dobbiamo ripartire da zero? No, grazie. Gli anziani vogliono certezze, specialmente con lo spettro del Covid. Qui hanno raccolto 687 firme da parte di chi non vuole andare in Romagna. Ne raccoglieremo altre per chiedere a Montegrimano di annetterci». 

«La storia dice altro»
Se al referendum del 2007 si arrivò per “ricattare” le Marche su sanità e lontananza istituzionale, c’è anche chi rivendica radici storiche e geografiche alla base di questa lunga corsa verso la Romagna: «Marchigiane lo sono semplicemente da un punto di vista amministrativo - avvisa Samuele Albonetti, coordinatore del Movimento per l’Autonomia della Romagna - Montecopiolo e Sassofeltrio sono romagnole.

Lo dicono la “Descriptio romandiolae” del cardinal Anglico del 1371 e la “Romagna” del Rosetti del 1894». 

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