Liste d’attesa, il sistema regge ma il vero test è tra un mese: negli ultimi dieci giorni inevase 185 richieste di esami. Poi recuperate

Liste d’attesa, il sistema regge ma il vero test è tra un mese: negli ultimi dieci giorni inevase 185 richieste di esami. Poi recuperate
di Andrea Taffi
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Domenica 6 Giugno 2021, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 16:16

ANCONA - Tra il 24 maggio e il 4 giugno ci sono state in tutta la Regione 185 richieste di visite o prestazioni specialistiche non esaudite che sono passate in lista di garanzia (il meccanismo con cui la Regione si impegna a sistemare l’utente che non ha avuto l’appuntamento nel primo colloquio con il Cup).

È questo il dato fondamentale che fotografa lo stato di salute del sistema sanitario regionale al delicato incrocio tra la fine della pandemia e il ripristino di tutta la macchina ordinaria.

In cui la prima linea è costituita dalle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche. In sintesi: se c’è da fare un esame o una visita in quanto tempo viene erogato il servizio? Ci sono attese lunghissime oppure la risposta rispetta i tempi richiesti dal medico di base? Secondo il monitoraggio del servizio Salute della Regione la risposta in questo momento è la seconda: i report giornalieri documentano una media di 15/18 utenti che dopo aver chiamato il Cup passano in lista di garanzia. Cioè non vengono esauditi e scatta il meccanismo della lista di garanzia con cui un servizio ad personam (entro 5 giorni per la priorità B, 15 per la priorità D e 20 per la P) cerca di incrociare tutti gli slot nel frattempo liberatisi nelle agende delle aziende sanitarie. Spesso risolvendo il problema. 


La situazione due mesi fa
Il flusso di richieste, esaudito quindi su percentuali intorno all’80-90%, fa il paio con la situazione che i monitoraggi delle singole aziende documentavano ad aprile. Abbiamo scelto quattro tipologie di pazienti: chi deve svolgere approfondimenti per patologie cardiache, chi per patologie oncologiche, chi per patologie cardiovascolari e una quarta fascia che invece richiede una visita specialistica (abbiamo scelto quella dell’otorino). I numeri di due mesi fa quando stava iniziando il tramonto della terza ondata erano buoni anche in quel caso.

 
I cardiopatici 
Asur per esempio, per un elettrocardiogramma nel monitoraggio ex ante di aprile certifica di ave r ricevuto 64 richieste con priorità B e 60 con priorità D avendole prenotate nei tempi praticamente tutte (solo il 5% è andato fuori dai tempi). Ospedali Riuniti ne ha ancora meno (1 nella classe B e 13 nella classe P) quindi compito facile. Marche Nord ne addittura 2. Numeri troppo bassi per essere reali. Vanno rivisti ora ma i report non sono ancora disponibili.


Le Tac al torace
Vediamo le Tac al torace che in genere sono un primo screening per potenziali pazienti oncologici. M arche Nord tra B e D prenota nei tempi tutte le 21 richieste arrivate, Torrette sempre tra B e D non va oltre i 3 esami, Asur ne prenota 53 con priorità B e 80 con priorità D: solo 2 complessivamente escono dai tempi. 

Problemi di circolazione?
L’ecodoppler grafica cardiaca è un esame chiave per chi ha problemi di circolazione: Torrette ha 15 su 15 nelle priorità B e 14/16 nelle priorità B. Prenotazioni quasi perfette. Marche Nord fa 6/6 nelle B e 2/2 nelle D. Infine Asur: 2 su 44 sono prenotate fuori tempo tra quelle con priorità B e 2 su 112 escono dal range dei 30 giorni previsti. Infine 94/121 nelle P. 


Una visita molto comune
Proviamo allora, e infine, con una visita molto comune: quella otorinolaringoiatrica. Asur esce dai tempi per 10/192 nella priorità B, 7 su 216 nella priorità D e 10 su 156 nella classe P. Torrette è a 70/72 nella B e 228/236 nella D. Marche Nord fa 49 su 49 e 35/35. 


Le conclusioni
La morale dell’inchiesta però è parziale: aprile non può fare testo. Quindi per aspettare un flusso di prenotazioni che testi a pieno regime il sistema sanitario regionale c’è bisogno di aspettare almeno un mese. Come accadde lo scorso anno quando a luglio le liste di attesa arrivarono a toccare punti di richieste inevase intorno al 25/30%. «In realtà - spiega l’assessore Saltamartini - c’è una differenza fondamentale con lo scorso anno: nel 2021 non sono state interrotte le prestazioni mentre nel 2020, in piena prima ondata, erano state garantite solo le prestazioni U o B (3 e 10 giorni). Questo fa sì che in questo momento l’assalto alle prestazioni sia... un po’ meno assalto e più gestibile». 


La struttura monitorata
Saltamartini marca di persona la struttura: «Chiamo 2 volte al giorno il Cup per capire che tipo di problemi possano sorgere. Il funzionamento del Cup è stato portato da 5.000 chiamate al giorno al fabbisogno di punta che era di 40.000 chiamate al giorno». Quindi aggiornamento tra un mese e nel frattempo domani si inizierà a ragionare anche sulla chirurgia rimasta in sospeso nella cabina di regia della sanità. I direttori delle aziende dovranno produrre un report sugli interventi che sono stati rimandati. Poi si deciderà come recuperare.


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