Ospedali Riuniti, magnete da 8 tonnellate per una super risonanza magnetica-pet. Sarà pronta a marzo, solo altre tre in Italia

L'arrivo del magnete all'ospedale regionale di Torrette
L'arrivo del magnete all'ospedale regionale di Torrette
di Andrea Taffi
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 03:05

ANCONA - Otto tonnellate di magnete per una risonanza magnetica Pet a tre Tesla. Giorno di festa ieri agli Ospedali Riuniti di Torrette dove il piazzale antistante alla vecchia entrata (sul retro rispetto all’attuale ingresso) è stato bloccato per fare spazio alle grandi manovre dedicate allo scarico dell’ultima generazione del top di gamma della diagnostica.

È servita una gru per scaricare i pezzi del macchinario: il magnete costituisce il cuore di una nuova tecnologia che in Italia è presente in pochissimi centri ospedalieri (Padova, Milano, Napoli) e permetterà accurate diagnosi a pazienti oncologici, cardiologici, neurologici e pediatrici, oltre a ospitare vari progetti di ricerca internazionali multicentrici.

Un giorno di festa
È un giorno di festa perché l’ospedale di Torrette in questo modo compie un passo decisivo verso una dimensione di innovazione che lo colloca tra i primi centri europei per dotazione di tecnologie avanzate.

La messa in funzione della risonanza magnetica Pet è prevista per il mese di marzo 2022, forse anche qualche settimana prima. Il magnete e la componentistica della imponente diagnostica è stato calato nel bunker della medicina nucleare a poca distanza dall’altro gioiello, la Tac Pet a Positroni. La nuova risonanza ha una potenza superiore del doppio a una normale macchina di risonanza e questo sarà il fattore di incredibile attrazione: per ragioni di ricerca e di assistenza. Il costo di tutto l’investimento ammonta a 5,4 milioni euro, compreso l’allestimento del bunker dedicato che da solo è costato 1,3 milioni.

«Ricerca e assistenza vorrebbero essere la declinazione amalgamata della nostra azienda» mormora il d.g. Caporossi che parla già di proposte di ricerca. La nuova Ge (General Electric che ha vinto il bando) è stata acquistata con finanziamenti regionali e grazie a una corposa donazione famigliare di una senigalliese scomparsa che nel testamento aveva indicato proprio nella ricerca tecnologia applicata alla sanità la destinazione del lascito.

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