Allarme sanità, nelle Marche mancano 200 infermieri e quasi 700 sono precari

Le criticità maggiori a Torrette e all’Ast 5. I sindacati: «Per molti il contratto scade il 30 aprile. Vanno stabilizzati o si paralizzerà il sistema»

Allarme sanità, nelle Marche mancano 200 infermieri e quasi 700 sono precari
Allarme sanità, nelle Marche mancano 200 infermieri e quasi 700 sono precari
di Martina Marinangeli
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Domenica 23 Aprile 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 07:08

ANCONA - La spina dorsale - precaria - del sistema sanitario regionale. La carenza cronica di figure fondamentali tra le corsie e nella rete territoriale tocca anche gli infermieri, per molti dei quali i contratti di lavoro scadranno il prossimo 30 aprile, andando ad ampliare la falla nel fabbisogno di personale. «Precari solo di nome, dato che sono fondamentali per garantire i servizi, provare ad abbattere le liste di attesa e assicurare i piani ferie», osserva Luca Talevi, segretario regionale Fp Cisl , che sottolinea come «se non saranno stabilizzati entro l’anno, si rischia una paralisi del sistema».

 


La mappa nelle Marche


Nelle Marche lavorano in totale circa 12mila infermieri ma ne servirebbero, secondo i fabbisogni del sistema sanitario regionale, almeno 200 in più, come evidenzia l’Ordine degli Infermieri di Ancona.

Una carenza che si aggiunge a quelle dei medici di emergenza-urgenza e dei medici di base, e che rende l’erogazione dei servizi ai cittadini una corsa a ostacoli. A questa falla, se ne aggiunge un’altra: quasi 700 infermieri attualmente in forze al sistema marchigiano hanno il contratto in scadenza. La Regione ha fatto sapere che intende confermarli tutti. ma al momento si tratterebbe di proroghe che andrebbero al massimo dai due ai quattro mesi: non abbastanza per risolvere il problema.

«Pur riconoscendo la volontà della giunta di prorogare i rapporti di lavoro dei precari - è l’analisi di Talevi - come Fp Cisl evidenziamo la necessità di stabilizzare il personale e fornire continuità assistenziale al sistema sanitario regionale. La gran parte degli attuali precari - ricorda il sindacalista - sono entrati come “precari Covid”, ma conclusa la fase emergenziale sono divenuti fondamentali per la gestione quotidiana dei lavori». Perderli significherebbe indebolire ulteriormente i servizi sanitari già in affanno dopo il biennio nero della pandemia che ha lasciato una lunga scia di criticità dietro di sé. La mappa del precariato nel comparto, elaborata dalla Fp Cisl, parla chiaro: tra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici, nelle Marche si sono oltre mille precari. Di questi, 300 nell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, 150 nell’Azienda sanitaria territoriale 1 di Pesaro Urbino, 170 nell’Ast 2 di Ancona, 150 nell’Ast 3 di Macerata, 60 nell’Ast 4 di Fermo e 232 nell’Ast 5 di Ascoli Piceno. Un dato particolarmente rilevante, quest’ultimo, figlio di un problema cronico di precariato sanitario nel territorio. 


Le richieste


«Chiediamo che a livello regionale si avvii un chiaro e netto percorso di stabilizzazione per far sì che entro l’anno questi precari possano strutturalmente entrare a far parte degli organici in cui sono già in forze», fissa i paletti Talevi: «Parliamo di nuove Case e Ospedali di comunità da realizzare con i fondi del Pnrr, ma con quale personale le riempiamo? La giunta ha inoltre ricordato che negli ultimi 10 anni sono stati spesi 400 milioni di euro perché i cittadini marchigiani sono stati costretti a curarsi fuori regione. Se anche solo un decimo di queste risorse fosse stato investito nel personale, oggi avremmo una situazione molto migliore». Un appello a valorizzare la figura professionale dell’infermiere arriva poi dal presidente dell’Ordine professionale di Ancona Giuseppino Conti. Ma intanto si naviga tra carenze e precariato.

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