La sanità marchigiana fa i conti: covid e bollette, bilanci in apnea. Buco da 31 milioni nel 2021, per luce e gas 33 milioni in più nel 2022

La sanità fa i conti: covid e bollette, bilanci in apnea. Buco da 31 milioni nel 2021, per luce e gas 33 milioni in più nel 2022
La sanità fa i conti: covid e bollette, bilanci in apnea. Buco da 31 milioni nel 2021, per luce e gas 33 milioni in più nel 2022
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:17

ANCONA La stangata sui conti della sanità. Dopo il biennio nero del Covid, che tra il 2020 e il 2021 ha quasi fatto saltare il banco, nel 2022 ci si è messo anche il caro bollette ad allargare la voragine che si è aperta nei bilanci del Sistema sanitario nazionale e, a caduta, di quelli regionali. Comprese le Marche

 


L’emergenza


Se nel 2020, quando la pandemia ha travolto come uno tsunami le strutture ospedaliere, le spese aggiuntive per la gestione dell’emergenza avevano pesato per 191 milioni di euro sul bilancio regionale (di cui solo 93 ristorati dallo Stato),nel 2021 la cifra si è assestata sui 146.894.285 euro. E da Roma è arrivati un rimborso di 115,8 milioni di euro, lasciando dunque un buco di 31 milioni di euro sui nostri conti sanitari. E ad altri è andata anche peggio: basti pensare che in Lombardia la differenza tra costi e rimborso è stata di un miliardo di euro. 


La spesa extra


E nel 2022, quando le Regioni continuavano a sostenere le spese extra legate al Covid - dai ricoveri alle sanificazioni, passando per il personale aggiuntivo - sono arrivati anche i rincari su luce e gas. E lo scorso ottobre, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini aveva lanciato l’allarme: «L’aumento dei costi, in una cornice in cui le aziende devono garantire il pareggio di bilancio, può determinare una riduzione dei servizi sanitari». 


L’impennata


Ma di che aumento parliamo? A tracciare la parabola dell’impennata ci ha pensato l’Agenas che, attraverso l’analisi dei conti economici delle Regioni, ha quantificato l’andamento dei costi, restituendo una fotografia sia generale che suddivisa per aziende ospedaliere.

Partiamo dal primo segmento. Nel 2022, il caro bollette è costato alla sanità marchigiana 33.232.290 euro in più rispetto all’anno precedente - ovvero +63%, percentuale che sale a +94,7% se confrontata con il 2019 - con un aumento medio pro-capite pari a 22,35 euro. L’incremento maggiore l’ha registrato la voce legata all’elettricità, che rappresenta il 53,8% della spesa complessiva: lo scorso anno c’è stato un aumento di 19.840.228 euro (+75%). Quanto ai riscaldamenti (il 41% dei costi totali), sempre nel 2022 hanno subito un aumento di 12.964.704 euro (+58%).


Costo pro capite

 
La quota di aumento pro capite è stata di 22,35 euro, a fronte di una media nazionale pari a 23,98 euro. In termini assoluti di spesa pro-capite è stata di 57,83 euro, in questo caso sopra la media italiana, ferma a 54,33 euro. L’analisi dell’Agenas scende poi nel dettaglio dei conti delle quattro aziende ospedaliere regionali, ancora tutte operative nel 2022 (l’addio all’Asur e a Marche Nord è infatti andato in scena il 1° gennaio 2023). 


Le aziende ospedaliere


Se prendiamo il valore assoluto, il maggiore incremento legato ai costi energetici lo hanno scontato l’Asur (+ 22.077.649 euro sul 2021) e l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (+ 6.644.424 euro). In termini percentuali, invece, il primato va a Torrette che, a fronte di un incremento medio regionale pari al 63%, ha visto i conti per le bollette schizzare nel 2022 a +158,7%. Segue a ruota l’Inrca, che ha fatto registrare un aumento dei costi legati all’energia pari al 71% (1.461.786 euro) rispetto al 2021. Mettendo insieme le quattro aziende, il totale dei costi energetici nel 2022 è arrivato a superare gli 86 milioni di euro, quando nel 2021 ci si era fermati a 52,7 milioni e nel 2020 a 40,8. Con il decreto del 10 gennaio scorso, il governo Meloni ha previsto 1,6 miliardi per rimborsare i maggiori costi delle bollette. Intanto, dietro ai freddi numeri c’è una sanità in apnea che dopo tre anni di emergenze continue, non riesce a rimettersi sui binari giusti.
 

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