La deroga
Quest’anno, infatti, i ribassi non partiranno come di consueto il primo sabato di luglio (che nel 2023 cade il primo del mese), ma cinque giorni dopo. Una decisione presa all’unanimità dalla Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni, che ha previsto la deroga per il solo anno in corso. «La Conferenza delle Regioni e Province Autonome nella seduta del 22 marzo - spiega il documento vergato da Palazzo Raffaello - ha condiviso ed approvato la proposta della Commissione Sviluppo Economico. Confcommercio ha espresso parere favorevole mentre le altre associazioni non hanno fatto pervenire osservazioni».
La bella stagione
«Le stagioni ormai sono anticipate, quindi i costumi ed i capi estivi si iniziano ad acquistare a maggio - è l’analisi del direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco -. Quindi va benissimo che i saldi partano il 6 luglio perché danno tempo ai commerciati di vendere e, da metà estate, agli acquirenti di comprare a prezzi scontati». Un’operazione win-win, direbbero gli inglesi. Eppure, non pare essere così per tutti. «A livello nazionale c’è chi spinge per togliere i saldi, ma è un errore - lancia l’allarme Polacco -. Rappresentano un evento di marketing molto importante sia per le attività commerciali che per i consumatori. Dicono che la spinta ad eliminarli venga dall’Europa, ma l’Europa tende a distruggere quanto di bello c’è nel nostro Paese. Dobbiamo invece difendere le nostre esperienze. I saldi sono un modo per rilanciare il commercio, settore molto in difficoltà». E dopo due anni di pandemia seguiti dall’impennata dell’inflazione, non potrebbe essere diversamente. Di qui il leitmotiv: lunga vita ai saldi.