Marco Cucculelli, docente di economia applicata Univpm: ​«Ripresa penalizzata da materie prime scarse e dai rincari dell’energia»

Marco Cucculelli, docente di economia applicata Univpm: «Ripresa penalizzata da materie prime scarse e dai rincari dell’energia»
​Marco Cucculelli, docente di economia applicata Univpm: ​«Ripresa penalizzata da materie prime scarse e dai rincari dell’energia»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 02:10

Marco Cucculelli, ordinario di Economia applicata alla Politecnica delle Marche, che impatto rischia di avere la crisi russo-ucraina sull’economia della nostra regione?

«Un impatto che potrà essere evidente ma non drammatico, dato che la Russia assorbe meno del 3% dell’export marchigiano, quota peraltro in sistematico calo negli ultimi 5 anni a causa di precedenti sanzioni commerciali, nonché della minore attività esportativa regionale provocata dalla chiusura di settori per il Covid. L’effetto potrà essere certamente più visibile in alcune aree, dato che le produzioni destinate al mercato russo sono localizzate in zone specifiche della regione».

 
Quali segmenti rischiano di essere penalizzati di più nell’export?
«Il mercato russo assorbe in prevalenza i prodotti tipici del Made in Marche, ossia moda, calzature e abbigliamento, meccanica (macchine, metalli ed elettrodomestici) e mobile. Questi settori sconteranno l’irrigidimento del clima commerciale sia direttamente, sia attraverso il rallentamento dell’attività esportativa delle filiere extraregionali alle quali le imprese marchigiane sono affiliate. In questo ambito, accanto ai settori tradizionali, occorre aggiungere l’alimentare ed alcuni comparti della chimica e dell’elettronica».
Incertezza che va ad aggiungersi al rincaro dei costi delle materie prime: i timidi segnali di ripresa dell’economia potrebbero spegnersi?
«I rincari e soprattutto, la scarsa disponibilità di materie prime sono oggi il vero ostacolo alla ripresa, in una regione manifatturiera come le Marche. A questo si aggiunge il costo dell’energia, che aumenterà ulteriormente a seguito della crisi militare: l’auspicio è che il rimbalzo odierno del petrolio non preluda a una significativa contrazione del flusso di energia verso l’Europa e, parimenti, che le alternative ai gasdotti nordeuropei siano prontamente disponibili ed efficaci».
Una tempesta perfetta...
«Certamente di tempesta si tratta, dalla quale le imprese usciranno con tempi più lunghi di quelli già dilatati dalla pandemia. Nelle fasi iniziali delle crisi, quello che preoccupa è la durata del disagio, il tempo che ci vorrà per ripristinare condizioni commerciali ordinate. L’incertezza del quadro economico, che dalla crisi deriva, è di ostacolo alla ripresa, perché investe trasversalmente tutti i settori economici e rallenta consumi e investimenti».

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