Moda, gas e turismo: tremano le imprese. Le aziende marchigiane esportano in Russia beni per oltre 300 milioni

Moda, gas e turismo: tremano le imprese. Le aziende marchigiane esportano in Russia beni per oltre 300 milioni
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 09:31

ANCONA - Ballano un milione di paia di scarpe, ed esportazioni per circa 330 milioni di euro l’anno, sul cratere fumante dei territori ucraini bombardati dall’armata di Putin. Non può essere certo il primo pensiero, davanti a un attacco devastante che sta portando morte e distruzione, tenendo in ansia il mondo intero per paura di un’escalation, ma i venti di guerra che soffiano dall’Est Europa sono osservati con molta preoccupazione anche per le ricadute economiche. I possibili contraccolpi per le imprese marchigiane, e anche per le famiglie, sono legati sia agli ulteriori rincari temuti per la bolletta energetica, sia alle sanzioni economiche già annunciate a caldo dall’Unione europea contro la Russia per l’atto di guerra, destabilizzando ulteriormente uno dei mercati clou per l’esportazione delle nostre aziende. 


Le sanzioni in arrivo
Il fatturato delle imprese marchigiane diretto verso la Grande Russia non sarà più quello di una volta, quando prima del 2014 (quando scattarono le sanzioni legate all’annessione della Crimea) aveva raggiunto un picco di circa 725 milioni di euro.

Con i canali dell’export strozzati da quelle restrizioni contro Mosca, le imprese marchigiane negli ultimo otto anni si sono riposizionate, cercando nuovi sbocchi in altri Paesi per sopperire al calo degli ordinativi dal Paese sanzionato. Ma la Russia resta pur sempre l’ottavo mercato dell’export marchigiano, con un trend per altro in crescita negli ultimi mesi, dopo la flessione dovuta all’emergenza sanitaria. L’ultimo report completo, relativo al 2020, segnala esportazioni dalle Marche verso la Russia per quasi 274 milioni di euro (91.126.132 solo per gli articoli in pelle escluso l’abbigliamento) ma si tratta di un anno pesantemente segnato dal Covid, che registrava un -21,6% rispetto al precedente. 


La proiezione
Già nel 2021, con i dati provvisori aggiornati al terzo trimestre dall’Istat, fa segnare una forte ripresa (230.500.038 di export Marche-Russia contro i 192.814.814 dei primi nove mesi del 2020) e con un aumento del 20%. Una proiezione che lascia sperare in una chiusura dell’anno intorno ai 330 milioni di euro come valore delle esportazioni. Ai quali si aggiungono, nel recinto dell’incertezza dei mercati indotta da questa crisi bellica, gli 86.418.646 euro che pesano nell’export dalle Marche verso l’Ucraina. Qui ovviamente non incideranno le sanzioni, ma l’incertezza legata alla capacità di importazione di un Paese pesantemente sotto attacco, non si sa ancora per quanto tempo. 


Alta gamma
E adesso? Difficile fare previsioni, anche perché al momento il pacchetto di sanzioni verso la Russia è ancora da definire. Ma certo le Marche pagano sempre un pegno più pesante della media Italiana quando scattano restrizioni nei confronti di Mosca, perché il sistema moda fattura oltre il 40% dell’export verso la Russia e solo le calzature rappresentano il 33% di tutte le merci che indirizziamo verso quel mercato, solitamente molto ben disposto verso i beni di alta gamma, come sono quelli del fashion e delle calzature marchigiane.
Tutto da decifrare poi (ma di sicuro impatto negativo) il peso per le imprese dei rincari energetici, come faceva notare ieri il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, preoccupato per l’escalation dei prezzi che ieri ad esempio faceva segnare un +40% per il gas. C’è anche il timore che, avvicinandosi il periodo delle prenotazioni, l’attuale crisi (anche in assenza di restrizioni specifiche) possa pesare sul turismo. Regione Marche la scorsa estate, insieme alla Camera di commercio, aveva organizzato un evento con 70 tra operatori turistici, giornalisti, travel bloggers, influencers ed imprenditori provenienti dalla Russia. Un «incoming ed educational tour» che aveva l’obiettivo neanche troppo velato di sottrarre fette di clientela russa alla riviera romagnola, facendo leva anche su voli mirati con l’aeroporto di Falconara. Adesso si fa fa fatica a pensare alle vacanze, con i venti di guerra che soffiano un’aria di morte.

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