Romano Prodi all'Istao; economia
e politica in un mondo incerto

Romano Prodi con il presidente dell'Istao Pietro Marcolini
Romano Prodi con il presidente dell'Istao Pietro Marcolini
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Lunedì 14 Marzo 2016, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 18:19

ANCONA - "Come ho già detto più volte, non sono attivo nella politica italiana: la tengo tutta qui dentro". Romano Prodi si sfiora la fronte con un dito e sorride rispondendo ai giornalisti che, ad Ancona, a margine di un incontro pubblico dell'Istituto Adriano Olivetti, sul tema "Economia e politica in un mondo incerto" gli chiedono se anche il Pd sia oggi un mondo incerto. Le primarie? lo incalzano i cronisti: "non ho niente da dire". Nessuna replica dell'ex presidente del Consiglio e fondatore dell'Ulivo neppure sul botta e risposta fra Renzi e Bersani su chi ha 'distrutto' l'Ulivo, salvo un "le polemiche non servono".

Il fenomeno delle migrazioni è "il problema di oggi e dell'Europa futura - ha detto ancora Prodi - : un'emigrazione che sta trasformando anche la realtà politica. La Germania era l'unico Paese europeo che non aveva partiti populisti. Le elezioni di ieri hanno dimostrato che l'attenzione nei confronti dell'immigrazione cambia anche la faccia politica dell'Europa".

 



"Speriamo che in qualche modo, questo governo che ogni giorno dovrebbe nascere nasca". Lo ha detto Romano Prodi, a proposito del governo unitario che dovrebbe prendere il controllo della situazione in Libia. "Ieri c'erano notizie discrete - ha aggiunto Prodi parlando ad Ancona -, però il Parlamento non ha ancora approvato. È una pena, è proprio una grande pena". Quanto ad un possibile intervento militare italiano, Prodi ha ricordato di essersi già espresso "mille volte". "Non vedo una situazione che giustifichi un intervento. D'altra parte il nostro Paese non sta intervenendo".  Ai giornalisti che gli chiedevano se in Libia non sia indispensabile una missione di peacekeeping, Prodi ha risposto con un excursus storico: «Le missioni di peacekeeping si fanno sempre, ma quando ci sono le condizioni di tenere la pace. Il discorso che è stato fatto di intervenire se chiamati è un discorso logico, giusto. Stiamo attenti a fare un discorso sulle guerre, perchè quando cominciano sono cose serie...".

Contro il "terrorismo che si è fatto Stato, come l'Isis in Siria", la crisi libica e le tensioni legate alle masse di migranti che fuggono da guerre e persecuzioni, "c'è un solo rimedio - ha detto ancora Prodi -: un'alleanza fra gli Stati Uniti e la Russia". "La tensione in Ucraina - ha ricordato l'ex premier ed ex presidente della Commissione Ue - avvelena il Nord Europa, la guerra in Siria avvelena tutto il Medio Oriente. Solo un grande accordo fra Usa e Russia potrebbe stabilizzare la situazione". Prodi tuttavia è apparso abbastanza pessimista sulla possibilità che questo accordo si raggiunga con la presidenza statunitense in scadenza di mandato.

Prodi, prima della prolusione alla Mole, ha incontrato il team di JCube a Jesi, conoscere i progetti d’impresa delle startup incubate, vedere i macchinari ed i progetti del Fab Space.  Ha espresso - riferisce una nota - grande apprezzamento per l’ambiente nel suo complesso e per la sua valenza sul sistema socio-economico.

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