Quando le vacanze sono un lusso, l'inflazione spinge i prezzi: ​biglietti aerei a +139% sul 2021

Quando le vacanze sono un lusso, l'inflazione spinge i prezzi: biglietti aerei a +139% sul 2021
Quando le vacanze sono un lusso, ​l'inflazione spinge i prezzi: ​biglietti aerei a +139% sul 2021
di Martina Marinangeli
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Domenica 17 Luglio 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 14:33

ANCONA - Concedersi una vacanza è diventato un lusso per pochi. La nuova ondata di rincari ed aumenti record delle tariffe si è abbattuta nell’ultimo mese su quasi tutti i segmenti del settore del turismo.

A tracciare il quadro dell’impennata nei prezzi ci pensano le rilevazioni dell’Istat sull’inflazione nel mese di giugno, che ha fatto schizzare alle stelle, in particolare, le tariffe dei biglietti aerei: i voli verso le mete europee, quando non vengono cancellati a causa della carenza di personale nelle compagnie aeree, fanno oggi registrare un +139% rispetto al 2021, mentre quelli internazionali costano il 124,1% in più. Rispetto a queste percentuali astronomiche, risulta più contenuto il rincaro sui voli intercontinentali, che comunque aumentano del 70,7% sul 2021. Ma se i biglietti aerei detengono il record assoluto dei rialzi, non sono gli unici a subire le conseguenze di un’inflazione che sta toccando un po’ tutti gli aspetti della quotidianità. Il salasso per chi decide di partire si declina anche su altri aspetti fondamentali in una vacanza: il noleggio auto, per esempio, costa il 35,5% in più rispetto allo scorso anno, i traghetti aumento del 18,7%, le tariffe di alberghi e motel sono più care del 22,8%, ed i pacchetti vacanza internazionali salgono del 6,2%. 


Le conseguenze


Le conseguenze dei rincari non le pagano solo i consumatori, che si vedono il portafogli alleggerito o, nella peggiore delle ipotesi, devono rinunciare alla vacanza.

L’effetto domino investe anche le aziende ed i tour operator che di turismo vivono. «L’impatto è durissimo - conferma Ludovico Scortichini, presidente di Confindustria Marche Turismo e titolare del gruppo di agenzie di viaggio Go World - e sono terrorizzato all’idea che il sistema di distribuzione non riesca più a tenere». Una preoccupazione che Scortichini traduce in cifre: «Nelle Marche, tra aziende e tour operator eravamo in circa 260 ed ora siamo rimasti in poco più di 200. Dunque abbiamo già perso un 25% del totale e temo che, da settembre, registreremo molti altri fallimenti. A livello italiano, su 80mila dipendenti del settore, ne abbiamo persi tra gli 11 ed i 12mila. È una tempesta perfetta». Già, perché dopo due anni di pandemia con il freno a mano tirato a causa delle restrizioni negli spostamenti, si guardava al 2022 per ingranare di nuovo la marcia, ma l’inflazione sta mettendo di nuovo il settore in fibrillazione.

«La fascia alta dei consumatori ha digerito, benché a fatica, gli aumenti, ma quella medio-bassa non ce la fa ed inizia a rinunciare all’idea di fare una vacanza - osserva Scortichini -. A tutti i nostri clienti stiamo consigliando di aspettare l’autunno per partire, sperando che nel frattempo si sia tornati ad una sorta di normalità sui prezzi. Noi che distribuiamo viaggi, per due anni abbiamo perso tanti soldi e puntavamo molto sul 2022 per risollevarci. Invece, anche quest’anno, con ogni probabilità andremo a finire in perdita. Per questo ho lanciato un appello a tutti i livelli istituzionali, dal ministro Giorgetti al governatore Acquaroli: devono garantire un sostegno al settore, altrimenti a settembre ci ritroveremo con una moria di aziende».

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