Il caso Tundo: quei ribassi cinque volte più alti dei concorrenti e le fidejussioni per 10 lotti ricomparse in 24 ore

Scuolabus, foto di archivio
Scuolabus, foto di archivio
di Andrea Taffi
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Giovedì 16 Settembre 2021, 14:14

ANCONA - Un costante contatto quotidiano tra la Regione e la ditta Tundo dalla metà di Ferragosto in poi. Diverse diffide da Palazzo Raffaello a comunicare lo stato dell’arte della organizzazione del Servizio. Poi lunedì sera spunta il primo buco. Tundo comunica «che non riuscirà a servire 3 comuni». La Regione si attacca al telefono ma la Tundo non risponde. E martedì alle 17.49, a poche ore dalla prima campanella, si spalanca il vuoto: 17 comuni scoperti per il servizio del trasporto scolastico. Ecco, in sintesi, la ricostruzione del Suam sull’imbarazzante voragine apertasi sul trasporto pubblico. 


Il conto dei comuni
Che non abbraccia solo 17 comuni perché ieri alla conta di chi è salito sul bus e chi no erano quasi 20 gli enti che si sono ritrovati scoperti. E difronte a una Regione con il mero ruolo di «aggregatore», come sottolinea l’assessore Castelli allargando le braccia, ci sono gli appelli di sindacati e consiglieri regionali che da mesi avevano avvisato che la Tundo aveva stipendi in sospeso e rapporti sindacali in fibrillazione. Tanto che la stessa Regione aveva diffidato più volte Tundo, come ha scritto la dirigente del Suam, a mettere in chiaro il suo piano operativo. Il crinale è sottile, i ricorsi sono materia di ordinario e variegato contrasto negli uffici che gestiscono i bandi e le responsabilità si splittano su più piani. Se il Suam difronte alle inadempienze organizzative della Tundo qualche dubbio in più poteva farselo venire e non arrivare all’ultimo momento è interessante rileggere anche la delibera con cui la ditta leccese si aggiudica cinque dei dieci lotti. Intanto, va detto che era arrivata prima in tutti e dieci i lotti con scarti che vanno da un minimo di 8 a un massimo di 13 punti di vantaggio sulla seconda. Dovrà accontentarsi di cinque lotti solo per i limiti fissati dal bando. 


Un’offerta irrinunciabile
Di sicuro è un’offerta irrinunciabile, talmente irrinunciabile che magari - anche qui - qualche dubbio si poteva avanzare.

Singolare che i ribassi di Tundo sulla base d’asta si allineino geometricamente tutti intorno all’11%. Mentre le altre aziende arrivano a sconti che a malapena arrivano il 2%. Poi c’è il filtro della commissione aggiudicatrice che ai primi di giugno scopre per la Tundo una situazione singolare: tra le garanzie provvisorie (le fidejussioni da presentare all’ente appaltante poi escutibili in caso di inadempienze o danni) ci sono le appendici delle polizze per tutti i lotti (ricordiamolo, dieci) ma risultato mancanti le polizze stesse. Sembra quasi di assistere al racconto di una favola. La richiesta di integrazione della documentazione parte l’11 giugno e il 12 magicamente piove al protocollo. Il 25 giugno Tundo viene ammessa in gara. Poi ce n’è un’altra: quando il Rup va a verificare la congruità dell’offerta per i lotti che Tundo vincerà scopre che ha ottenuto «un punteggio pari o superiore - è scritto nella delibera - ai quattro quinti dei corrispondenti punti massimi previsti nel bando di gara». 


Ha stravinto
Cioè non ha vinto, ha stra-esagerato. Rup e commissione chiedono spiegazioni sulle voci di costo e - non avendo specifiche competenze in materia di verifica del costo del personale - si attiva il servizio di supporto. Richiesta presentata il 5 giugno, risposta arrivata da Lecce il 22. Il giorno dopo il Rup scrive che i «che i costi della mano d’opere indicati dagli appaltanti rispettino i minimi contrattuali». Di più: «le offerte presentate dai concorrenti sono nel complesso attendibili, sostenibili e rispondenti all’interesse pubblico sotteso alla gara di specie». Insomma va tutto bene e, a parte 20 comuni senza trasporto scolastico, questo è quanto.

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