A distanza di circa un anno dall'approvazione della delibera n. 247 del 2015 sui Disordini del Comportamento Alimentare (Dca), la Regione Marche ha fatto il punto della situazione. I Dca (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata o binge-eating disorder) e disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati sono uno dei problemi più comuni nei giovani, soprattutto nelle ragazze, in Italia come in tutti i Paesi occidentali.
Obiettivo dell'atto di Giunta, il superamento della frammentazione delle azioni e avere un quadro di riferimento per interventi qualificati. La Regione Marche prevede, in linea con le indicazioni ministeriali, i seguenti setting assistenziali: cure primarie (medico di medicina generale o pediatra di libera scelta); setting ambulatoriale specialistico (con trattamento standard e intensivo); riabilitazione residenziale e semiresidenziale; ricovero ordinario.
Due i principi generali alla base del trattamento dei disturbi dell'alimentazione: approccio multidimensionale, interdisciplinare, pluriprofessionale integrato, che coinvolge psichiatri, psicologi/psicoterapeuti, internisti, nutrizionisti, endocrinologi, dietisti, fisioterapisti, educatori professionali sanitari, tecnici della riabilitazione psichiatrica e infermieri; molteplicità dei contesti di cura.
La Regione Marche ha costituito un tavolo tecnico di coordinamento con la presenza dei professionisti delle varie specialità dell'Asur, dell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, oltre che i referenti delle associazioni di genitori e pazienti che si è riunito due volte dall'inizio del 2016. Quattro i passi ritenuti prioritari per l'anno in corso: rafforzare, strutturare e mettere in «rete» gli ambulatori territoriali di Dca; programmare corsi di formazione per migliorare la qualità del servizio, anche tramite il tutoraggio con centri riconosciuti a livello nazionale come Todi dell'Umbria; definire percorsi di cura con indicatori soprattutto per l'aspetto riabilitativo residenziale e stipulare eventuali convenzioni con centri pubblici per la riabilitazione extraospedaliera in attesa dell'attivazione di una struttura nella nostra Regione; prevedere il supporto alle famiglie nel percorso di cura dei malati Dca.
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