Contratto di sviluppo, si agita il centrodestra . Dopo il Pd, anche la maggioranza contro lo strumento per il rilancio delle aree del sisma

Contratto di sviluppo, si agita il centrodestra . Dopo il Pd, anche la maggioranza contro lo strumento per il rilancio delle aree del sisma
Contratto di sviluppo, si agita il centrodestra . Dopo il Pd, anche la maggioranza contro lo strumento per il rilancio delle aree del sisma
di Martina Marinangeli
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Giovedì 16 Settembre 2021, 14:15

ANCONA - La bordata non è stata plateale come quella dei parlamentari del Partito democratico – a cui hanno fatto seguito a ruota le note al vetriolo dei consiglieri regionali – ma qualche mal di pancia strisciante c’è stato anche tra le fila del centrodestra. Il motivo del contendere è il Contratto istituzionale di sviluppo, strumento messo in campo per il rilancio delle aree del cratere sismico che ha visto le Marche destinatarie di 100 milioni per 20 progetti sugli oltre 130 presentati. Le assegnazioni delle risorse sono finite sotto qualche colpo di fuoco amico, sparato anche da esponenti della maggioranza regionale che, più sottovoce, si sarebbero lamentati di alcune decisioni, parlandone in telefonate concitate direttamente con la giunta. 

 
La procedura 
Un ginepraio di polemiche, insomma, con Palazzo Raffaello che rispedisce le accuse al mittente.

Soprattutto quella mossa dai parlamentari Morani, Morgoni e Verducci sul fatto che il 90% dei progetti finanziati appartenga ad amministrazioni di centrodestra. «La procedura del Contratto istituzionale di sviluppo è normata da leggi specifiche che assicurano la massima trasparenza e linearità - mette in fila i punti l’assessore con delega al Sisma, Guido Castelli. – È davvero imbarazzante l’intervento dei tre parlamentari dem: l’approvazione del Cis ha seguito un’istruttoria condotta in maniera certosina da Invitalia, dall’Agenzia della coesione, ed è stata validata da diversi ministeri, tra cui il Mef, che ha espresso parere positivo, anche per voce di una sottosegretaria del Pd. L’originale richiesta di sospensione del Cis avanzata, peraltro, vorrebbe dire ritardare l’avvio di importanti progettualità». Sul fatto che anche esponenti della stessa metà campo politica abbiano alzato più di un sopracciglio, il tono si fa invece più cauto: «il Cis è un contratto aperto e sarà ulteriormente integrato con risorse finanziarie: abbiamo i 50 milioni di euro di risparmi della Camera, 40 milioni di ulteriori fondi commissariali, i ribassi d’asta dei progetti finanziati ed il Pnrr terremoto. I progetti esclusi in questa prima tranche avranno dunque massima attenzione. Ma un conto è l’amarezza legittima di chi non è rientrato nel novero, un conto la strumentalizzazione politica fatta dal Pd. E il fatto che anche nel centrodestra si siano lamentati – chiosa l’assessore –, è la migliore confutazione della tesi dei parlamentari Pd: non è vero che c’è stata una valutazione politica».


Il nucleo
L’istruttoria per la scelta dei progetti da finanziare è stata condotta da un nucleo di valutazione, composto da funzionari regionali, e da Invitalia, «che hanno seguito procedure rigorosissime. Se qualcuno avesse dei rilievi da fare, è libero di farli. Massima trasparenza». E in questo senso si è mosso il sindaco di Force Augusto Curti (casacca Pd), che ha richiesto tutti gli atti «e glieli abbiamo fatti avere immediatamente, già lo scorso lunedì», precisa Castelli. Ma i toni non accennano ad abbassarsi, con i consiglieri dem Anna Casini e Romano Carancini pronti a inserirsi sulla scia dei parlamentari, parlando di «sciatteria della giunta che continua a non governare alcun processo, facendo sì che molte comunità colpite dal sisma restino escluse dalle risorse previste».


I criteri 
I due esponenti del Pd pongono l’accento sul fatto che il nucleo di valutazione, «costituito appositamente a luglio, avrebbe valutato in un solo mese ben 130 progetti per quasi un miliardo di euro. Cosa che è praticamente impossibile. Ma non solo – proseguono in una nota -: dopo il richiamo del ministero, la giunta ha introdotto criteri aggiuntivi che fanno affiorare un evidente profilo di illegittimità sulla selezione operata. Gli stessi criteri sarebbero stati individuati dopo la presentazione dei progetti e quindi potenzialmente calibrati per operare decisioni opache a favore di un intervento piuttosto che un altro».

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