ANCONA - La bordata non è stata plateale come quella dei parlamentari del Partito democratico – a cui hanno fatto seguito a ruota le note al vetriolo dei consiglieri regionali – ma qualche mal di pancia strisciante c’è stato anche tra le fila del centrodestra. Il motivo del contendere è il Contratto istituzionale di sviluppo, strumento messo in campo per il rilancio delle aree del cratere sismico che ha visto le Marche destinatarie di 100 milioni per 20 progetti sugli oltre 130 presentati. Le assegnazioni delle risorse sono finite sotto qualche colpo di fuoco amico, sparato anche da esponenti della maggioranza regionale che, più sottovoce, si sarebbero lamentati di alcune decisioni, parlandone in telefonate concitate direttamente con la giunta.
La procedura
Un ginepraio di polemiche, insomma, con Palazzo Raffaello che rispedisce le accuse al mittente.
Il nucleo
L’istruttoria per la scelta dei progetti da finanziare è stata condotta da un nucleo di valutazione, composto da funzionari regionali, e da Invitalia, «che hanno seguito procedure rigorosissime. Se qualcuno avesse dei rilievi da fare, è libero di farli. Massima trasparenza». E in questo senso si è mosso il sindaco di Force Augusto Curti (casacca Pd), che ha richiesto tutti gli atti «e glieli abbiamo fatti avere immediatamente, già lo scorso lunedì», precisa Castelli. Ma i toni non accennano ad abbassarsi, con i consiglieri dem Anna Casini e Romano Carancini pronti a inserirsi sulla scia dei parlamentari, parlando di «sciatteria della giunta che continua a non governare alcun processo, facendo sì che molte comunità colpite dal sisma restino escluse dalle risorse previste».
I criteri
I due esponenti del Pd pongono l’accento sul fatto che il nucleo di valutazione, «costituito appositamente a luglio, avrebbe valutato in un solo mese ben 130 progetti per quasi un miliardo di euro. Cosa che è praticamente impossibile. Ma non solo – proseguono in una nota -: dopo il richiamo del ministero, la giunta ha introdotto criteri aggiuntivi che fanno affiorare un evidente profilo di illegittimità sulla selezione operata. Gli stessi criteri sarebbero stati individuati dopo la presentazione dei progetti e quindi potenzialmente calibrati per operare decisioni opache a favore di un intervento piuttosto che un altro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA