ROMA - Non c’è solo la saga famigliare delle case in comodato d’uso gratuito nelle pieghe della maxi indagine sui redditi di cittadinanza avviata dall’Inps Marche. Oppure il flusso degli over 65 che vanno a godersi la pensione al sole dell’Algarve o delle Canarie dopo aver intascato l’assegno per i più poveri. Nel campione di 600 pratiche all’esame degli ispettori di via Ruggeri spunta una quota giudicata «interessante» (poco meno del 10%) di casi di rifugiati che passano dai progetti Sprar, ottengono asilo o protezione umanitaria e poi si rendono irreperibili. Naturalmente dopo aver ottenuto la preziosa tessera gialla nel portafoglio.
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Le prime revoche
Il maxi controllo Inps è solo all’inizio ma il 5% delle pratiche è già stato bocciato, quindi decaduto o revocato.
L’appello accorato
Un appello accorato dai contorni forti (potete leggerlo qui a lato) alla luce dei report che arrivano dalla task force messa in campo da via Ruggeri. Guidati dai due coordinatori, il direttore provinciale di Macerata Giuseppe Doldo e il dirigente regionale Area prestazioni sociali Marco Mancini, ci sono dieci persone (due per ogni provincia) che stanno spulciando tra le autocertificazioni prodotte dai richiedenti il reddito di cittadinanza.
L’asilo politico
Quella dei soggetti sotto asilo politico è una di quelle che ha fatto alzare più di un sopracciglio (siamo nell’ordine di una cinquantina su 600): c’è un problema di requisiti ma anche un problema tecnico di redazione della domanda. Sono proprio i Comuni che segnalano come tra i percettori del reddito ci siano migranti incardinati nei progetti Sprar e Siproimi (acronimo che sta per Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) che a un certo punto diventano irreperibili. Indagando sulle domande, l’Inps Marche ha scoperto che in molte di esse non compariva il requisito dei 10 anni di residenza in Italia, anche non continuativa, e degli ultimi due anni, invece, di residenza continuativa. Il vero nodo, a cui verosimilmente fa riferimento il direttore Vitale, è quello della compilazione della domanda per avere la tessera gialla. Una procedura complessa, non alla portata di uno straniero con un italiano incerto, con il sospetto che ci sia «un’organizzazione criminale» a monte che si occupi di sistemare la pratica.
I coordinatori abbottonati
Raggiunti al telefono, i due coordinatori della maxi verifica Inps, Doldo e Mancini, per ora restano abbottonati: «Stiamo osservando un fenomeno per cercare di comprendere gli estremi. Una volta compresi gli estremi, cercheremo di capire anche quello che c’è all’interno». Poco altro da aggiungere: «Quello che in questo momento possiamo dire - continuano - è che abbiamo riscontrato un numero di irregolarità decisamente più alto rispetto ad altri prodotti come ad esempio le naspi (le vecchia disoccupazione, ndr)».
Le integrazioni in corso
Le 440 richieste di documenti riguardano in questo momento i certificati di residenza, gli stati di famiglia e la titolarità delle abitazioni in cui alloggiano i percettori. Bellissimo e surreale, il mondo del reddito di cittadinanza. Alla voce “abitazione” nel menu a tendina ci sono tre opzioni: di proprietà, in affitto oppure “Altro”. Ovvero il comodato d’uso gratuito. Quello che hanno scelto in molti. Tra genitori e figlio, oppure tra marito e moglie. Risposte entro 30 giorni altrimenti automaticamente il reddito decade. Dai trend pare che una domanda su quattro sia irregolare e le stime sono destinate a salire.
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