ANCONA - A questo punto è diventata più di una missione. Dopo aver scoperto il vaso di Pandora su un miniesercito di percettori del reddito di cittadinanza nella nostra regione, l’Inps Marche ha deciso di raddoppiare la task force che da sei mesi stava controllando le domande mirate all’ottenimento dell’assegno istituito per nuove povertà, perdita di lavoro e difficoltà economiche del nucleo famigliare.
LEGGI ANCHE
La conferma della notizia
La notizia arriva direttamente dal direttore regionale dell’ente previdenziale, Fabio Vitale che conferma le risultanze di un incontro avvenuto qualche giorno fa con i responsabili dell’attività ispettiva straordinaria ovvero il direttore provinciale di Macerata, Giuseppe Doldo e il dirigente regionale dell’area prestazioni Marco Mancini.
L’attività della Finanza
Oltre ovviamente alla Guardia di Finanza che ieri dai comandi provinciali di Pesaro e Macerata ha reso noto di altre attività ispettive nelle quali sono emersi altri profili penali con relative segnalazioni alle procure competenti. Le segnalazioni alle procure arriveranno anche da via Ruggeri. E ne arriveranno a centinaia. Il tempo di completare le istruttorie amministrative e di far partire revoche o decadenze. Poi chi ha percepito indebitamente l’assegno ne dovrà rispondere davanti all’autorità giudiziaria. I contorni fin qui maturati sono sconcertanti: se dopo un paio di mesi si pensava a pratiche irregolari tra il 25 e il 30%, oggi a quota 1000 fascicoli esaminati (con una tara di 300 casi ancora in attesa di integrazioni documentali degli enti locali interpellati) si è scoperto che c’è un furbetto del reddito ogni due percettori. Il campione esaminato dagli ispettori Inps era mirato su profili di rischio quindi è stata svolta un’attività mirata.
I contorni del fenomeno
Questo non alleggerisce i contorni del fenomeno e soprattutto l’andazzo riscontrato con proporzioni più che preoccupanti. «Le risultanze di questo lavoro ispettivo - spiega il direttore regionale Inps Vitale - evidenziano una situazione che ha gravemente nuociuto alle casse dello Stato. Abbiamo fatto un calcolo insieme ai miei collaboratori: nell’anno e mezzo di erogazione del reddito, solo nelle Marche, sono stati pagati oltre 200 milioni di euro per 21mila domande. Se questi soldi fossero stati utilizzati per mettere in campo ad esempio sgravi contributivi in favore delle aziende che reggono l’economia di questa regione, si sarebbero presentate opportunità di assunzioni per migliaia di persone».
Il campionario
Invece dai fascicoli è emerso un campionario di comportamenti fraudolenti incredibile: dalle dichiarazioni mendaci sui certificati di stato di famiglia a quelli di residenza, dagli extracomunitari che sono diventati fantasmi (pur incassando i soldi) a percettori oggetto di misure cautelari. Un’amara coincidenza nel giorno in cui il presidente nazionale Inps, Tridico in audizione in commissione Lavoro alla Camera suggerisce la stessa cosa spiegata da Vitale: «Le politiche attive dell’Inps potrebbero e dovrebbero essere gestite dall’istituto, che ha già i dati delle politiche passive». Invece si corre dietro ai furbetti del reddito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout