RECANATI - Nella filosofia dell’azienda Clementoni il gioco è come un’impronta che lascia un segno in quel percorso di scoperta, confronto e immaginazione che contribuisce alla crescita di ogni persona. Un segno che nella vita di Giovanni Clementoni, figlio del fondatore dell’azienda di giocattoli recanatese nata negli anni ‘60, resterà indelebile. E se finora a renderlo tale era stata la consapevolezza di aver contribuito alla crescita di tante generazioni, adesso il sigillo arriva con l’onorificenza che gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica.
L’onorificenza
C’è anche lui, infatti, nell’elenco dei nuovi 25 cavalieri del lavoro nominati da Sergio Mattarella.
I fratelli
Accanto a lui, ai vertici aziendali, i fratelli Patrizia, Stefano e Pierpaolo. Da quando Giovanni Clementoni ha preso in mano le redini dell’azienda, è stata avviata l’internazionalizzazione con filiali commerciali in Europa e una logistica ad Hong Kong. Oggi Clementoni commercializza ogni anno 28 milioni tra giocattoli e giochi da tavolo, tradotti in 16 lingue e distribuiti in 83 paesi, con un export del 70%. Realizza il 90% della produzione nello stabilimento di Recanati. Ha sviluppato i livelli occupazionali da 240 a 600 dipendenti. Ora che per l’Ad è arrivata l’onorificenza, Clementoni ripensa alle sue radici. «Credo che il mio stesso orgoglio lo avrebbe provato mio padre se fosse stato qui (Mario Clementoni è scomparso nel 2012, ndr). Lo stile e l’impostazione sono i suoi e questo traguardo è stato raggiunto da tutta la mia famiglia. Anche i miei tre fratelli, che mi hanno sempre sostenuto, hanno questa sensazione di prolungamento rispetto ai nostri genitori. Mi sento di meritare solo in parte questa onorificenza e di doverla condividerla con loro».
Loro, cresciuti con il monito del padre che diceva «Il gioco è una cosa seria». «Ne siamo convinti - rimarca Clementoni -. Tanto che noi tutti ci ispiriamo a questo principio: è la destinazione dei nostri sforzi. Se c’è un insegnamento che mio padre mi ha trasmesso è quello di non prendersi mai troppo sul serio, cercando di essere grati al contorno. Anche se tutta la mia vita è dedicata all’azienda, riconosco che intorno a me ho persone che con altrettanto sacrificio e spirito rendono le cose possibili».
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