Il presidente Aci: «Autovelox trappola,
basta spillare soldi agli automobilisti»

Il presidente Aci: «Autovelox trappola, basta spillare soldi agli automobilisti»
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Sabato 17 Giugno 2017, 05:45
ANCONA - Presidente Angelo Sticchi Damiani, presidente nazionale dell’Aci, partiamo dagli autovelox. Nelle Marche per gli automobilisti sono trappole hi-tech, altro che salvavita. Fioccano migliaia di contravvenzioni, pensano che sia solo un modo per fare cassa sulle tasche della gente. 

Hanno torto? 
«I sistemi di rilevazione elettronica sono finalizzati come da codice della strada a contenere la velocità, ma non devono essere un sistema sanzionatorio ma ottenere risultati in termini di sicurezza. Come in autostrada.

In che senso? 
In autostrada i tutor funzionano perché sono chiari, gli automobilisti si adeguano e vanno più piano. Di conseguenza sono diminuiti gli incidenti, i morti e i feriti».

Invece nelle strade statali e provinciali? 
«L’autovelox può rilevare la velocità solo in un punto. E può servire solo a due cose. 

Ci spieghi.
«Se segnalato in maniera evidente e messo in un punto a rischio per incidentalità o lavori in corso, bene che faccia abbassare la velocità a 70 o 50. Ma se inserito su un tratto di rettifilo dove non ci sono criticità, a tre metri di altezza dove non è visibile e ogni anno continua ad avere introiti allucinanti anche 5-6 milioni, non può funzionare».

 

Non c’è neppure il tempo di rallentare.
«Non solo sono solo modi per fare cassa e già questo è gravissimo, ma non mettono neppure nella condizioni di rispettare la diminuzione della velocità, non hai il tempo di farlo».
Tranelli, appunto. Nell’Ascolano una signora si è vista arrivare quattro multe nel giro di una decina di giorni.
«E c’è di più. L’autovelox ha effetto sulle strade provinciali dove l’automobilista sa e si adegua, ma sulle statali con tanto traffico, ci sono automobilisti che passano ogni quattro-cinque anni. Allora non viene fatta nessuna sicurezza stradale, chiaro ed evidente che si vogliono fare soldi».
A Filottrano in provincia di Ancona uno speed-check in tre mesi ha sfornato 18.300 multe. C’è chi ci si è giocato lo stipendio. Non si rischia di creare sfiducia negli automobilisti?
«Il danno più grave, oltre a vessare cittadini che in Italia già pagano 144 milioni di euro l’anno per le automobili, è che non si aggiunge sicurezza. Si utilizza un mezzo buono per un fine non buono. E l’automobilista si sente preso in giro». 
A proposito di sicurezza. Le strade continuano ad essere piene di buche. Tante vie del capoluogo, anche quelle strategiche, sembrano bombardate.
«È importante che le strade abbiano un buono stato di manutenzione, l’asfalto dissestato è la concausa degli incidenti con auto, bici moto e pedoni. Però bisogna reperire altrove le risorse per finanziare le manutenzioni e non devono intaccare il 50% degli introiti delle multe che devono essere utilizzati per altro». 
Cosa per esempio?
«Per fare attraversamenti pedonali che sono troppo pericolosi specie di notte, realizzare piste ciclabili sicure, eliminare incroci a 90 gradi. Questo significa sicurezza stradale. Per mantenere le strade in condizioni di efficienza i soldi vanno trovati altrove. Venti giorni fa è passato un emendamento per cui nelle città metropolitane si possa utilizzare anche tutto il 50% degli introiti per le manutenzioni. Non va bene».
Presidente Damiani, da queste parti resiste lo choc del ponte crollato in A14 a Camerano che ha fatto due morti. Le autostrade sono sicure?
«Le autostrade sono tenute molto bene, gli standard della manutenzione sono altissimi, l’efficienza è garantita. Certo la cosa più importante è la prudenza, essere concentrati alla guida, non distrarsi con il telefonino, uno degli elementi principali degli incidenti». 
Qual è l’andamento degli incidenti? 
«Il mese prossimo avremo la presentazione del rapporto Aci sull’incidentalità. Il 2016 è andato meglio del 2015, segno di una maggiore prudenza gli automobilisti, funziona quello che si fa per la sicurezza stradale».
E prudenza serve in strada tra automobilisti e ciclisti. Tema dolorosamente riaperto dalla tragedia di Scarponi a Filottrano.
«Gli automobilisti devono rispettare i ciclisti, fare attenzione alla distanza, anche se calcolare un metro e mezzo non è facile, dare la precedenza indipendentemente da dove arrivino. Da parte loro i ciclisti devono essere educati, prudenti e non andare in contro senso, non pretendere di avere il passo comunque da qualunque parte essi vengano». 
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