ANCONA - Un paio di frasi pronunciate dal neo segretario dell’Authority Salvatore Minervino e riportate dal Messaggero (edizione Abruzzo) giovedì sembrano far presagire uno scivolamento dell’asse di potere verso sud.
In serie: «realtà come Pescara e Ortona, che hanno particolare bisogno, necessiteranno di più tempo e forse anche di maggiori risorse»; «probabilmente anche Vasto entrerà a far parte dell’autorità di sistema»; «il porto di Pescara, da qui ai prossimi 7-8 anni, potrà diventare un polo di attrazione per le navi commerciali e da crociera». È evidente che, da direttore marittimo dell’Abruzzo (oltre che del Molise e delle Isole Tremiti) negli ultimi due anni, Minervino conosca meglio le necessità e le problematiche dei porti di quella regione, mentre con Ancona deve ancora prendere confidenza.
Le posizioni
E questo, inevitabilmente, inciderà.
Nel completare l’analisi, aggiunge: «È chiaro che, venendo dall’Abruzzo, può avere un debole per i porti di quella regione, ma aspettiamo di vederlo all’opera prima di valutare». Dribbla la polemica il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, che al nuovo segretario dell’Autorità portuale chiede una sola cosa: «L’importante è che la persona sia valida, come Confindustria ci aspettiamo questo. Il porto di Ancona, sotto la guida di Rodolfo Giampieri, è cresciuto e ha fatto bene - puntualizza il numero uno degli industriali marchigiani - Spero che non privilegi l’Abruzzo sulle Marche solo perché negli ultimi anni ha lavorato lì. Ovvio che, se avessero trovato una figura valida del territorio per questo incarico, sarebbe stato meglio perché già ne avrebbe conosciuto le dinamiche. Ma mi viene da pensare che forse non c’era qualcuno valido».