Porto, Minervino spinge l'Abruzzo: «Più risorse a Pescara. Vasto dentro l'Authority»

Porto, Minervino spinge l'Abruzzo: «Più risorse a Pescara. Vasto dentro l'Authority»
Porto, Minervino spinge l'Abruzzo: «Più risorse a Pescara. Vasto dentro l'Authority»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 15 Luglio 2022, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 08:06

ANCONA - Come volevasi dimostrare. Le prime dichiarazioni del neo segretario generale dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico centrale Salvatore Minervino dicono tutto sul capolavoro messo a punto da Regione ed Authority. 

Parole testuali, affidate ad un’intervista al Messaggero (edizione Abruzzo): «Realtà come Pescara ed Ortona, che hanno particolarmente bisogno, necessiteranno certamente di più tempo e forse anche di maggiori risorse». Non basta: «Il porto di Pescara, da qui ai prossimi 7-8 anni, potrà diventare un polo di attrazione anche per le navi commerciali e le navi da crociera». Con buona pace del progetto di home port crocieristico al Molo Clementino nello scalo di Ancona. Non pago, il capitano di vascello che vien dall’Abruzzo aggiunge un altro tassello tutt’altro che trascurabile: «Probabilmente anche Vasto entrerà a far parte dell’Autorità di sistema».


Le Marche all’angolo


Un evidente sbilanciamento verso sud negli equilibri di potere dell’Authority che vede le Marche restare fuori dalla stanza dei bottoni, dal momento che né presidente, né segretario generale sono autoctoni.

E coloro che si aspettavano un moto d’orgoglio da parte di chi questa regione la governa, ha visto arrivare prima Godot. «Questa nomina non è di competenza regionale, ma esclusiva del presidente dell’Autorità di sistema portuale. A lui i migliori auguri», l’evanescente commento del governatore Francesco Acquaroli, qui nei panni di un Ponzio Pilato dei nostri tempi. La politica che abdica al suo ruolo. Non sorprende, dunque, che l’Abruzzo l’abbia spuntata sulle Marche, nonostante i porti della nostra regione - a partire da Ancona - coprano il 90% dei volumi di traffico. Con un presidente, Vincenzo Garofalo, arrivato dalla Sicilia ed un segretario traslato dall’Abruzzo, le Marche restano a guardare. Non ci voleva la sfera di cristallo per capire che, con questo assetto, il baricentro di potere si sarebbe allontanato dalle nostre coste. Ma siccome nei palazzi del potere questa cosa non è stata capita - o si è preferito far finta di non capirla per il quieto vivere con il governatore e collega di partito Marsilio, più dinamico da un punto di vista politico - ora ci sono le parole dette a viva voce da Minervino a definire puntualmente il nefasto scenario che si para davanti ai porti marchigiani. Il Corriere Adriatico aveva lanciato l’allarme in tempi non sospetti. Ora arriva l’infausta conferma. Nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, per essere precisi, una novità c’è. A sorpresa si è svegliato anche il sonnacchioso Pd regionale che dà leggerissimi ma palpabili segni di vita. 


Il sussulto del Pd


A vestire i panni della condottiera, la consigliera Manuela Bora, che sferra un attacco durissimo contro Palazzo Raffaello: «Il presidente Acquaroli, sempre accondiscendente verso la Meloni, ha dovuto prendere atto del superiore spessore e peso politico del governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, accettando di cedere il ruolo chiave di segretario generale dell’Authority all’attuale comandante della direzione marittima di Pescara Minervino. Con Acquaroli - prosegue la pasionaria dem - le Marche sono diventate il vaso di coccio della destra in mezzo a tanti vasi di ferro. Marsilio è potentissimo, scaltro e ben inserito nell’ambiente romano: sta surclassando da tutti i punti di vista la debolezza del povero Acquaroli». Che ormai si limita agli auguri di buon lavoro.

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