A piedi sul Monte Nerone e nel suo splendido comprensorio ricco di scorci interessanti e suggestivi

Un tratto del sentiero
Un tratto del sentiero
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 20 Maggio 2022, 04:50

PIOBBICO - Una passeggiata non troppo lunga ma abbastanza impegnativa per conoscere alcuni degli scorci più interessanti e suggestivi del comprensorio del Monte Nerone. Posto poco più a nord del gruppo del Monte Catria. Dal punto di vista storico il comprensorio del monte Nerone le prime testimonianze legate ad insediamenti umani risalgano al tardo neolitico (VI secolo a.C.) e a seguire le popolazioni italiche, gli umbri, i piceni, gli etruschi, hanno una traccia evidente. Il popolo romano ha anch’esso segnato il territorio: sono infatti emersi negli insediamenti a valle (come a Piobbico) tracce di pavimentazioni, così come delle condutture in piombo.


Anche il nome del comprensorio è da collegare ai romani, infatti si narra che il console Gaio Claudio Nerone nella battaglia del Metauro contro i cartaginesi di Asdrubale Barca inseguì i galli fino alla vetta della montagna, da cui il nome.

Un’altra leggenda vuole che un certo Domizio Nerone si ritirò nelle grotte del monte per paura della vendetta di Giove che aveva minacciato di ucciderlo con un fulmine.


Dal punto di vista naturalistico la zona è estremamente importante, infatti per la flora si trovano boschi e prati adibiti al pascolo, che mutano di tipologia salendo in quota. Si possono incontrare lecci, ornielli, carpini, faggi, sorbi, cerri. All’occhio più attento appaiono nei boschi e nei prati i funghi, e con l’ausilio del cane si possono trovare pure tartufi. Tra i mammiferi è facile trovare cinghiali, daini, lepri, istrice, scoiattoli, talpe, ricci, volpi, faine e tassi e inoltre tra i volatili vi sono passeriformi, i corvi, colombe, beccacce, picchio, cuculo, rondine, la più rara aquila, il falco, la poiana. 


Attenzione al punto di partenza perché non è segnato con precisione, tuttavia è percorribile con facilità ed altrettanto facile da individuare. Il punto più riconoscibile è il parco pubblico e da lì si deve partire seguendo una strada in costante ascesa ma fortunatamente con pendenza non eccessivamente impegnative. Dopo un primo tatto in asfalto si passerà ad un fondo sbrecciato. Nella parte finale il paessaggio è ancora caratterizzato dalla presenza del bosco, che poi porterà fino ai ruderi dei Muracci, ovvero quello che rimane oggi della storica ed antica residenza dei Brancaleoni (l’antica famiglia marchigiana che governò la città per seicento anni, forse di ascendenza germanica secondo lo storico Tarducci).

Era un castello, primitiva dimora che i Brancaleoni, giunti intorno al mille nel distretto del Biscubio, costruirono ed abitarono fino alla metà del 1300. Una volta raggiunto un bel punto panoramico si potrà comodamente ritornare verso il punto di partenza seguendo a ritroso la strada appena completata. Con l’arrivo della stagione calda, oltre alle solite avvertenze (cartografia e attrezzature) si dovrà anche predisporre una buona scorta d’acqua.

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