Petizione per un dipartimento
di Diabetologico Regionale

Petizione per un dipartimento di Diabetologico Regionale
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Venerdì 11 Aprile 2014, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 16:42
ANCONA - La Federazione regionale delle associazioni di tutela dei diritti dei diabetici marchigiani si costituita il 4 ottobre 2013. Hanno aderito alla federazione 12 associazioni di tutela, sia di adulti che di adolescenti e bambini con diabete, per circa 10.000 iscritti, su una popolazione di circa 75.000 diabetici nelle Marche (numero che, stimando circa 15.000 casi non ancora diagnosticati, sale a circa 90.000 diabetici).





Gli obiettivi della Federazione sono molteplici. Innanzitutto, far sì che il diabetico che afferisce, ad esempio, al centro diabetologico di Pesaro, abbia lo stesso livello di servizio rispetto ad altre realtà, affinché non vi siano diabetici di serie A e diabetici di serie B. Inoltre la federazione consente di avere una presenza importante al tavolo decisionale della sanità diabetica marchigiana e di dare migliori strumenti di sinergia alle singole associazioni partecipanti e di potenziarne e amalgamarne l’azione operativa.



Altro importante obiettivo è quello di preservare la struttura della rete diabetologica marchigiana, che si basa su centri diabetologici dislocati sul territorio marchigiano. La diabetologia nelle Marche, da ieri a oggi. Prima di parlare della diabetologia di oggi e soprattutto di domani è bene ricordare che la diabetologia marchigiana fino a ieri è stata un fiore all’occhiello della regione Marche, presa come modello da tante altre regioni. Ciò è confermato dalla relazione della 12^ Commissione del Senato della Repubblica, che ha redatto uno studio sulla diabetologia a livello nazionale, ponendo la regione Marche al primo posto con tutti gli indicatori. Un esempio su tutti, negli ultimi dieci anni il numero di morti dovute a complicanze del diabete si è dimezzato, così come il costo per la spesa per presidi è inferiore alla media nazionale. Questo indica che la diabetologia marchigiana funziona grazie alla rete diabetologica fatta di medici, infermieri e quanti operano in questo ambito con impegno professionalità e dedizione. Cosa succederà domani, anche in virtù della riorganizzazione delle reti cliniche?





Con la riorganizzazione della rete clinica diabetologica, dietro il risparmio della spesa,

invece di riorganizzare i servizi per renderli più efficienti, si è proceduto sia ad un

taglio delle risorse, che ad una declassificazione dei centri diabetologici.



Dai 15 centri diabetologici esistenti, si sta andando verso:

• Un declassamento dei Centri, come ad esempio Pesaro, Fano, Camerino, Piede

diabetico ed il Pediatrico. C’è il caso specifico del centro diabetologico di Camerino che, nel documento sulla riorganizzazione sanitaria dell’Area Vasta 3,presentato lo scorso 12

dicembre alla conferenza dei sindaci, risulta “miracolosamente scomparso”. Si è declassato il centro di Pesaro, pur esistendo una legge regionale che ne fissa i termini, così come per il centro di riferimento del Piede diabetico ed il Centro Pediatrico regionale declassati a unità dipartimentali

semplici. Declassare i centri vuol dire diminuire nel tempo la capacità e la qualità d’offerta del servizio diabetologico. A Pesaro e Fano questo è già avvenuto con il pensionamento dei due Diabetologi, che non sono stati rimpiazzati causando un depotenziamento dei centri stessi. Al centro di Fano abbiamo una sola Diabetologa per oltre 4.000 diabetici, a Pesaro 2 Diabetologi con circa 6.000 diabetici e un Day Hospital.

• I centri vengono “inglobati” in medicina generale come Pesaro, Fano, Camerino

ed altri ne seguiranno diventando un semplice ambulatorio, perdendo la loro

specificità.

• Un taglio delle risorse umane, con diabetologi andati in pensione e non sostituiti

(in tutta la regione si sono avuti sette pensionamenti)

Cosa comporterà tutto questo per i diabetici:

• la mancanza dei riferimenti specialistici

• la migrazione verso altri centri

• il sovraffollamento conseguente

• gli onerosi e faticosi spostamenti

• i tempi d'attesa tra una visita e l’altra che si espandono

• i tempi di visita sempre più brevi

• i tempi d’attesa alla visita sempre più lunghi

con conseguenze come:

• diabetici che, per maggior difficoltà, finiranno per non curarsi

• diminuzione della qualità del livello d'assistenza

• centri che si "allontanano" dai pazienti

• diminuzione della formazione ed informazione

• aumento delle complicanze

• maggiori costi sanitari derivanti dalla gestione delle complicanze

• il graduale peggioramento della qualità di vita dei diabetici

Le conseguenze di tutto ciò indurrà i diabetici a non curarsi, avremo una diminuzione

della qualità del livello d'assistenza, un aumento delle complicanze - con maggiori

costi dovuti alla loro gestione - e un possibile aumento delle mortalità.



Da qui la proposta di un dipartimento regionale strutturale:

• possa gestire le risorse

• mantenere e migliorare l’attuale struttura dei centri diabetologici

assumendo i diabetologi andati in pensione

• uniformare il livello d'assistenza uguale per tutti

• integrare il servizio offerto con l’inserimento difigure specifiche

come (dietisti, podologi, sociologi e specialisti in attività motorie)

• innalzare la qualità dell'assistenza • innalzare la qualità dell'assistenza

• sviluppare progetti come la gestione integrata coni MMG

• presidiare il territorio dove i pazienti sono al centro delle varie figure socio sanitarie, cioè porre il paziente al centro del sistema

• razionalizzare i costi

• i diabetici curati dai diabetologi

• i diabetologi coordinati dai diabetologi

Conclusione La Federazione, che rappresenta nel

territorio marchigiano oltre 70.000 persone, auspica che la Politica sanitaria regionale vada oltre ai meri aspetti economici riappropriandosi del ruolo

sociale che le compete ricordando che

dall’altra parte c’è la salute delle persone.
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