ANCONA - Il gasolio alle stelle affonda i pescherecci. Da oggi stop ai motori: niente più uscite in mare, almeno per una settimana e fino a quando il Governo non garantirà sostegni ad un comparto colpito pesantemente prima dal Covid, poi dalle nuove disposizioni dell’Ue e adesso dagli effetti del conflitto in Ucraina. Il prezzo del gasolio per alimentare i pescherecci nel giro di un anno è raddoppiato: se nel febbraio 2020 costava 39 centesimi al litro, adesso ha toccato quota un euro. Deleterio l’impatto sui bilanci del comparto, dove la voce “carburante”, che prima incideva per il 40%, ore supera il 70%. Impossibile andare avanti così.
La decisione
E allora, meglio fermarsi anziché affrontare la burrasca del caro gasolio.
Il vertice
«Mercoledì, invece, le associazioni di categoria saranno a Roma per un incontro al Ministero - aggiunge Lazzari -. Vediamo se è possibile far entrare il comparto della pesca tra quelli che vedranno un sostegno nel prossimo decreto». Altrimenti? «Continueremo a stare in terra perché così non si può più lavorare: i costi superano di gran lunga i guadagni e veniamo da una serie di congiunture che ci hanno messo in ginocchio». L’ultimo colpo basso l’hanno dato l’Ue e il Consiglio generale della Pesca nel Mediterraneo (Cgpm) che hanno ridotto le uscite in mare a 120-130 giorni, a seconda delle dimensioni delle imbarcazioni. «Ma questa decisione ha creato disparità di trattamento perché più sei grande, più devi stare fermo», sottolinea Lazzari. Ora il rischio, anche per i marchigiani, è che sulle tavole arrivi molto più pesce straniero: la tempesta del gasolio, infatti, finirà per abbattersi soprattutto sui pescherecci italiani, favorendo le importazioni dall’estero.
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