La villa della zarina, dal luxury di Putin al cantiere bloccato. L’arrivo miliardario sul San Bartolo

La villa sul San Bartolo a Pesaro
La villa sul San Bartolo a Pesaro
di Silvia Sinibaldi
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Venerdì 4 Marzo 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:23

PESARO - Per i pesaresi resta Villa Rudas: il fugace passaggio della famiglia russa Matvienko sul colle San Bartolo riguarda prosaicamente una serata di fuochi d’artificio e una ferita al parco con il disboscamento di un tratto di colle che avrebbe dovuto agilmente collegare la villa (vicina al faro) alla spiaggia abbarbicata ai piedi della falesia. Poco altro. Insomma una presenza che non si è guadagnata la memoria della città, nonostante sembrò, per qualche tempo, meta di una vacanza estiva di Vladimir Putin.

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Aggiunge il sindaco Matteo Ricci: «Ma cosa devo commentare? Non so nulla, è una storia vecchia».


La bionda oligarca
Valentina Matvienko, occhi scuri e chioma biondo platino, nel 2008 era governatrice di San Pietroburgo, alias la zarina di San Pietroburgo.

Rimasta vedova nello stesso anno, aveva creato la Fondazione Itru (Italia Russia) e attraverso una società di gestione immobiliare aveva acquistato quel gioiello di abitazione nel cuore del parco, Villa Rudas appunto, che attualmente risulta di proprietà del figlio Sergey. L’oligarca oggi 72enne, non si accontentò dell’acquisto ma volle apportare modifiche alla sua proprietà.

La volontà era trasformare la villa, nella zona protetta del parco, in una residenza in stile hollywoodiano e dotata di bunker, come rivelavano i progetti per cunicoli e gallerie depositati per l’istruttoria con la quale la zarina intendeva ottenere i permessi. Le modalità per avviare i lavori alla villa furono ispirate da Silvio Berlusconi il quale aveva utilizzato nuove norme sulla sicurezza per blindare la sua villa Certosa in Sardegna. Così che la signora titolare di uno sterminato patrimonio, motivò la richiesta di implementare la sicurezza della sua proprietà proprio per ospitare membri del governo russo compreso Vladimir Putin: necessitava per questo di ampliare la strada di collegamento al mare e di realizzare un eliporto.

L’abuso
I lavori furono avviati senza attendere l’esito della pratica e il disboscamento divenne visibile anche dalla strada: si alzarono le proteste e il cantiere fu bloccato nel giro di poco. Il provvedimento, come prevede la legge regionale sui parchi, fu emanato dal Comune che ha competenze urbanistiche anche sulle zone protette. 
E così l’amministrazione Ceriscioli ordinò la sospensione dei lavori. Quanto all’eliporto atterrò e ripartì nell’arco di una mezza giornata, un solo elicottero. L’ultima presenza russa nella villa risale al 2011, per quanto l’amministratore della grande casa, l’armeno Arthur Akopyan, vi rimase ancora del tempo.

La villa è appartenuta in origine a Tibor Rudas, l’agente ungherese di Luciano Pavarotti che l’aveva acquistata per trascorrere le estati vicino al grande tenore che nel 1975 potè coronare il sogno di possedere Villa Giulia. 
Rudas ristrutturò così una casa padronale nascosta nel verde del colle che prese il suo nome. In realtà le strutture erano due perché a monte della casa colonica esiste anche una dependance di servizio che non è stata mai recuperata. Mettere in sicurezza la villa in una falesia molto fragile, a Rudas costò un patrimonio.

Ma quando nel 2007 Pavarotti morì il manager nato a Budapest mise in vendita la proprietà. L’anno successivo era già acquisita dell’oligarca russa, prudentemente intestata al figlio Sergey. Per questo oggi non rientra tra i beni all’estero dell’oligarca Valentina, tra i politici russi oggetto delle sanzioni da parte dei governi di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea.

L’amicizia durata poco
Quando madre e figlio arrivarono sul colle pesarese espressero l’intenzione di integrarsi con la comunità locale. Così almeno dissero all’allora sindaco Luca Ceriscioli presentandosi in Comune e quale esempio della volontà di omaggiare la città, nell’estate del 2009 sborsarono circa 20mila euro per finanziare i fuochi d’artificio della Festa del porto, promettendo gesti generosi anche per il Rof. Ma il feeling è durato poco.

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