Sgominata una rete di pedofili: anche nelle Marche pagavano su Paypal per scaricare foto e video porno di bimbi

Sgominata una rete di pedofli: anche nelle Marche pagavano su Paypal per scaricare foto e video porno di bimbi
Sgominata una rete di pedofli: anche nelle Marche pagavano su Paypal per scaricare foto e video porno di bimbi
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 09:43

ANCONA - Pedofilia, sgominata una ramificata organizzazione con ramificazione nelle Marche. La rete forniva, dietro pagamento, immagini e video a contenuto pedoporonografico.

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Vasta operazione della Polizia postale di Trieste e Udine coordinata dal centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online del servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, nell'ambito del contrasto alla pedopornografia online che ha portato all'esecuzione di 11 decreti di perquisizione in 6 regioni italiane e alla denuncia di 13 persone, responsabili di detenzione di immagini video e foto pedopornografiche.

L'attività di indagine si è sviluppata attraverso il costante monitoraggio di Internet che ha portato all'emersione di chat e commenti all'interno di comunità virtuali sui file pedopornografici che coinvolgevano ragazze molto giovani anche tredicenni. In particolare sono state rilevate richieste da parte di alcuni utenti di informazioni sulle ragazze: nazionalità, età, nome, tipologia e visione degli atti sessuali. Sono state individuate pagine del servizio di pagamento digitale e trasferimento di denaro e alcuni forum con discussioni sulla Bibbia 3.0, un catalogo di immagini e video a carattere pornografico e pedopornografico di cui gli internauti dietro pagamento richiedevano il download. Il centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online del servizio Polizia ostale e delle comunicazioni di Roma è riuscito a sviluppare numerose transazioni finanziarie dei conti PayPal e a identificare sia il gestore del sito che forniva le immagini pedopornografico sia gli utenti che avevano richiesto,
ottenuto e pagato il materiale pedopornografico. L'indagine  ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili portandoli allo scoperto e fuori dall'anonimato della rete. Le perquisizioni personali
locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, sono state
eseguite in Campania, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto ed hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email.

Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti alcuni account utilizzati dagli indagati per la richiesta di materiale pedopornografico e ulteriore materiale illecito custodito sui supporti informatici, sottoposti a sequestro.

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